Sono 16.823 in Abruzzo le imprese in prima linea per impatto della guerra Russia-Ucraina, per un totale di 77.682 addetti.
I due valori, riporta l’Ansa, sono pari al 17,4% del totale delle imprese attive in regione e al 24,8% dell’occupazione dell’intero sistema imprenditoriale abruzzese.
Tra i primi effetti della situazione in atto, oltre alla carenza di materie prime vi sono l’aumento dei costi dell’energia, +360% al Kilowattora rispetto al 2021, e del gasolio, che registra il +46%. E’ quanto emerge da un’analisi condotta per l’ANSA dal Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, su dati della Confederazione nazionale.
I dati si riferiscono alle imprese nei settori più esposti all’escalation dei prezzi dell’energia, alla carenza di materie prime provenienti dai Paesi del teatro di guerra, al caro-carburanti e alle aziende attive nei territori con un peso della spesa dei turisti provenienti dalla Russia e delle vendite in Russia e Ucraina di macchinari e prodotti della moda.
Delle imprese abruzzesi, 11.110 appartengono al settore costruzioni: il comparto, 33.156 addetti, è il più colpito dalla carenza di materie prime provenienti da Russia-Ucraina. Soffrono anche le industrie alimentari (1.747; 10.673 addetti) e quelle della fabbricazione di prodotti in metallo (1.289 con 10.055 addetti). Riguardo al caro-carburanti, il settore più duramente colpito è trasporto e magazzinaggio, 2.035 imprese e 13.179 addetti. Delle 16.823 in prima linea per impatto della guerra, il 99,2% sono micro e piccole (Mpi), cioè fino a 49 addetti, un totale di 54.098 lavoratori.
“Le imprese – afferma il direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, Daniele Giangiulli – sono al collasso perché non si aspettavano questo ulteriore aumento di costi fissi in tema di energia e gas. Ci sono i primi casi di autotrasportatori che bloccano i mezzi, perché conviene fermarsi piuttosto che lavorare in perdita. Inoltre, agli effetti sulla nostra economia delle sanzioni imposte alla Russia si aggiunge un elemento estremamente preoccupante: sta venendo meno quel clima di fiducia che, tra mille fatiche, gli imprenditori erano riusciti a recuperare, dopo due anni di pandemia”.