La data di scadenza del bando sul Fondo da 200 milioni stanziati dal Ministero del turismo per promuovere l’attrattività turistica e incentivare i flussi nei luoghi montani e nei comprensori sciistici, accessibile da questo link (https://istanze2.ministeroturismo.gov.it/rwe2/module_preview.jsp?MODULE_TAG=MT_007), è stata prorogata al 15 settembre 2023, un aiuto doveroso nei confronti degli operatori del turismo e dell’accoglienza anche alla luce di quanto richiesto sul progresso degli impianti.
“Il fondo da 200 milioni è un cardine della strategia del Ministero del turismo finalizzata alla valorizzazione della montagna mediante la realizzazione di interventi di ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione degli impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale. Intendiamo, così, fornire un sostanziale sostegno alla programmazione e all’organizzazione del turismo montano, che finora non era stato considerato con la giusta attenzione. Invece, noi sappiamo bene quanto la montagna sia fondamentale per i flussi turistici italiani e stranieri, generando, solamente nell’ultima stagione invernale, un giro d’affari intorno ai 10 miliardi di euro, che ha quindi sfiorato i dati record pre-pandemici”.
Questo il commento del Ministro, Daniela Santanchè.
“Ma non è un mercato che vive solo d’inverno: gli ultimi studi ci dicono che, specie in seguito alla pandemia, sempre più turisti scelgono le destinazioni montane nei mesi estivi, raggiungendo una quota stimata di 71 milioni di presenze, e questo ci deve indurre a pianificare azioni più mirate in ottica di destagionalizzazione”.
“Inoltre, questo investimento è orientato a innalzare la qualità dei servizi, che sono determinanti per essere altamente competitivi nel mercato globale. Solo in questa maniera possiamo riuscire a rendere strutturali quei numeri che quest’anno, come tutti gli indicatori più autorevoli prevedono, saranno superiori ai dati del 2019 – anno che ha visto l’Italia affermarsi come leader, in Europa, in termini di Pil generato dalle province e dai territori montani”, questa la conclusione.