Un appello al governo e al Parlamento per frenare il rischio di una rincorsa speculativa che, complice l’urgenza di raggiungere gli obiettivi di produzione di energia rinnovabile imposti dall’Unione europea, andrebbe a danno della qualità dell’ambiente e del paesaggio del nostro Paese. Tornano a farsi sentire i sindaci riuniti nel coordinamento “per una transizione energetica rispettosa dei territori e dei cittadini”, a cui hanno aderito finora 210 primi cittadini. Quattordici sono di comuni abruzzesi: Tollo, Palmoli, Guilmi, Torre dei Passeri, Carpineto Sinello, Gissi, Monteodorisio, Lentella, Fresagrandinaria, Cupello, Tufillo, San Buono, San Giovanni Lipioni, Carunchio.
210 sindaci (14 abruzzesi) per transizione energetica rispettosa
“Ripensare le leggi, incentivi agli impianti su tetti e aree dismesse”. Il 16 aprile illustrazione delle proposte in Senato
Gli oltre duecento sindaci presentano alle istituzioni un manifesto e una serie di proposte di interventi legislativi che da un lato restituiscono alle istituzioni locali potere di programmazione e pianificazione in materia di installazione di eolico e fotovoltaico, e dall’altro promuovono la strada delle premialità e degli incentivi agli impianti meno impattanti dal punto di vista paesaggistico: “Le temute scadenze al 2030 imposte dalla Ue per aggiungere almeno altri 80 GW di rinnovabili (e fino ad oggi alibi per ‘inevitabili’ scempi) si possono ancora rispettare con una coraggiosa politica che privilegi con incentivi mirati il fotovoltaico virtuoso: afferma e certifica l’Ispra che la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti può arrivare a produrre sui soli fabbricati esistenti una potenza dai 70 ai 92 GW. Se si considera che a fine 2024 l’incremento di rinnovabili ha già raggiunto ulteriori 19 GW senza ritardi sul cronoprogramma, ne resterebbero altri 61 GW, appunto facilmente realizzabili con installazioni sui soli tetti senza scempi ambientali, conflitti sociali e dispendio di risorse pubbliche. A questa potenza ottenibile con i soli tetti, evidenziano ancora i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe inoltre aggiungere una parte di aree di parcheggio, infrastrutture, siti contaminati, aree dismesse”.
I 210 sindaci si dicono “consapevoli delle necessità e degli imperativi della transizione energetica”, ma chiedono di ripensare le leggi in materia perché di fatto “stanno favorendo un settore economico privato in grandissimo fermento per i grandi guadagni realizzabili con bassi rischi d’impresa vista la notevole mole di incentivi pubblici ricadenti sulle bollette elettriche dei cittadini e sulla fiscalità generale. In un Far West senza programmazione pubblica sono stati presentati 6000 (seimila!) progetti per grandi ed impattanti impianti industriali di produzione di energia rinnovabile, per una capacità elettrica di oltre 5 volte i già ambiziosi traguardi del green deal, spesso senza nessun riguardo per gli aspetti ambientali tutelati, in contrasto se non in antitesi con la vocazionalità dei territori interessati. Noi sindaci proponiamo di seguire le indicazioni contenute nel Rapporto dell’Ispra come soluzione condivisibile e che soddisfa tutti: cittadini, sindaci, Regioni, Governo e Unione Europea”.
Il prossimo 16 aprile alle ore 19 in Senato i sindaci illustreranno le loro proposte ai parlamentari di maggioranza e minoranza.
Comunicato stampa