Marta Edda è rimasta sepolta 23 ore sotto le macerie della palazzina dove abitava all’Aquila la notte del 6 Aprile 2009, ma non ha mai ottenuto lo “status di terremotata”. La donna era una giovane studentessa fuori sede quando la forte scossa di terremoto ha distrutto gran parte del capoluogo e comuni limitrofi. Gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico l’hanno estratta viva dopo 23 ore trascorse sotto le macerie. Per lo Stato non ha diritto ad alcun riconoscimento perché risiedeva fuori dall’area del cratere. Questo è costato alla sua famiglia una spesa di oltre 100 mila euro, tra diversi interventi chirurgici, fisioterapia e cure. La donna e gli altri studenti fuori sede o lavoratori non residenti con invalidità riconosciuta, hanno presentato ricorso alle autorità ma nessuno ha ottenuto dei risultati. Marta fa ancora un appello allo Stato chiedendo “un adeguato riconoscimento in termini di status giuridico e accesso privilegiato nel mondo del lavoro con un provvedimento generale o almeno regionale”.
Fonte Ansa