[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/08/SilonePescina_thumb179.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/SilonePescina.mp4[/KGVID] Quando uno scrittore muore, qualcosa, nel posto in cui è nato, vissuto e cresciuto, nell’infanzia e nell’adolescenza, si perde, s’affonda e s’offusca. Ciò, però, non è accaduto per lo scrittore dal cuore del popolo, Ignazio Silone, nativo di Pescina, nella Marsica. Morto in Svizzera nel 1978, quindi, 38 anni fa, è tornato in vita ieri, 22 agosto, allo scoccare dell’anniversario della sua scomparsa nella patria pescinese. La cittadina lo ha ricordato anche con un concerto inusuale, eseguito nel Chiostro del Teatro San Francesco locale, curato dagli studenti del Liceo Classico di Avezzano, diretti dalle bacchette magistrali del professor Guido Ruggeri e della professoressa Rossella Del Grosso. Storie e sapori che fanno pensare a distanza di tempo, ancora.
Perla preziosa della giornata di celebrazione del ricordo, lo svelamento della targa commemorativa apposta nella famosa casa di Fontamara, in via Poppedio Silone 43, dove lo scrittore illustre trascorse le ore tenere della sua esistenza, abbracciato dall’affetto della nonna, Maria Vincenza Del Grosso, e della madre, Mariannina Delli Quadri. Silone diede anima a chi l’anima sembrava non averla, di fronte ad occhi potenti. Cafone non è un insulto, non è una manciata di fango gettato, ma è l’umanità sofferta insita in uno stato epocale e, allora, permanente delle cose.