Dopo un serrato confronto tecnico con le Regioni e le Province autonome e la consultazione dei rappresentanti della filiera vitivinicola, la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto, nella seduta di ieri, l’intesa sul decreto ministeriale relativo alla distillazione di crisi.
Questa misura, in deroga al Piano nazionale di settore, è stata prevista dal Regolamento comunitario dello scorso 30 aprile al fine di fronteggiare la crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19 e ha suscitato da subito interesse negli operatori.
“La distillazione di crisi è destinata al vino comune, non a denominazione di origine o indicazione geografica, e consente di togliere dal mercato quantitativi di vino che potrebbero creare turbative, con ripercussioni sui prezzi – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Sosteniamo il settore e, al contempo, rendiamo disponibile alcol da utilizzare a fini industriali, quindi anche per la produzione di disinfettanti. Ringrazio tutti per il lavoro svolto e per aver trovato un accordo tra le diverse esigenze di un settore che aveva iniziato in grande spolvero il 2020 ma che ha dovuto subire in maniera devastante l’impatto della pandemia, con la relativa chiusura del canale Horeca in Italia e all’estero che rappresenta lo sbocco commerciale privilegiato per il comparto vitivinicolo nazionale. Siamo certi che con politiche di sostegno e di rilancio – conclude il Sottosegretario L’Abbate – potremo riconquistare il posto che il vino italiano merita nel palcoscenico mondiale“.
Al finanziamento della misura sono destinati complessivi 50 milioni di euro, attraverso la rimodulazione dei fondi disponibili per il Piano nazionale del settore vitivinicolo, assegnando alla distillazione di crisi parte dei fondi inizialmente destinati al finanziamento della misura delle distillazione dei sottoprodotti, per un importo di 10 milioni di euro, parte di quelli relativi al pagamento dei saldi della misura della promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi e delle economie realizzatesi nella misura, per un importo di 18 milioni di euro.
A ciò si aggiungono 22 milioni di euro derivanti da probabili economie di spesa che si realizzeranno nel corso dell’esercizio finanziario 2019-2020.