Il Forum H2O scrive una lunga lettera agli enti preposti sul progetto ARAP da 50 milioni di euro per l’ammodernamento dell’irrigazione del Fucino. E non si tratta affatto di una epistola di complimenti per il lavoro svolto. “Manca – a detta dell’associazione ambientalista abruzzese – una seria valutazione sui cambiamenti climatici, si rischia di non raggiungere gli obiettivi di risparmio dell’acqua e di fare un pessimo servizio all’agricoltura”, questa la denuncia argomentata.
Il progetto definito dall’ARAP per spendere i 50 milioni di euro del Masterplan sull’irrigazione del Fucino a giudizio del Forum H2O “è gravemente carente, superficiale e rischia di far spendere una grande quantità di denaro pubblico senza raggiungere l’obiettivo prioritario fissato sulla carta, il risparmio della risorsa idrica”.
“Nei giorni scorsi – dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O – ho scritto ad ARAP, Consorzio di Bonifica, Autorità di Distretto (ex autorità di Bacino) e alla Regione per evidenziare le numerose criticità contenute nel progetto pubblicato dall’ARAP sul suo sito (https://www.arapabruzzo.it/masterplan-abruzzo-psra-52-progetto-di-fattibilita-tecnica-economica-dei-lavori-di-realizzazione-rete-irrigua-in-pressione-dellintera-piana-del-fucino/). In particolare stigmatizziamo l’assenza di un bilancio idrico chiaro pre e post intervento. Fatto grave visto che si devono spendere 50 milioni di euro di fondi pubblici. Il progetto si fonda su captazioni di acque superficiali per oltre 2.000 l/s, dal Giovenco (600 l/s) a monte di Pescina, e dalle sorgenti Boccione (600 litri/secondo) e Restina (800 l/s), oltre che al troppo pieno di Ortucchio. Il tutto prevedendo più del raddoppio dei fabbisogni idrici per ettaro che erano stati previsti nel poderoso studio della società Beta Studio, pagato lautamente dalla collettività, e senza considerare adeguatamente l’impatto dei cambiamenti climatici sia sulla disponibilità idrica sia sulla necessità di puntare su colture meno idro-esigenti”.
“Tra l’altro il fiume Giovenco è classificato in stato “pessimo” dall’ARTA per cui dovremmo diminuire le pressioni, come le captazioni; certo non perpetuarle o addirittura appesantirle. Anche sulla procedura esprimiamo molti dubbi, visto che senza una chiara motivazione è stato cambiato l’ordine delle priorità nella serie degli interventi originariamente previsti e, soprattutto, senza alcuna preliminare Valutazione di Incidenza Ambientale si mantiene, seppur come futuro stralcio, la folle idea di realizzare il bacino di Amplero, in pieno Sito di Interesse Comunitario. Infine, al di là di quest’ultimo futuribile intervento, abbiamo fatto notare che comunque su questo primo stralcio serve la Valutazione di Impatto Ambientale, con l’auspicio che le scelte siano veramente improntate alla sostenibilità ambientale e fondate su un approfondito esame della disponibilità idrica attuale futura. Altrimenti si farà un pessimo servizio in primis all’agricoltura oltre che all’ambiente”.
Nell’immagine di copertina: l’estratto della cartografica dell’ARTA con la classificazione 2017 dei corpi idrici superficiali.