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Pezzopane: “Il mio impegno da sindaca con le mamme”

Il messaggio della candidata alle donne: "Festeggiamo e rafforziamo servizi alle famiglie. Auguri, mamme! Un abbraccio grande a tutte. È la nostra festa".

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“E mentre festeggiamo, voglio costruire una città più accogliente per le famiglie e per i bambini. Siamo acrobate del tempo tra lavoro fuori casa e cura della famiglia. In Parlamento mi sono battuta per l’introduzione dell’assegno unico universale che, finalmente, riconosce il valore sociale della genitorialità; mi sono battuta per la riforma del congedo parentale, per il voucher babysitter e tanto altro”.

Così la Deputata Stefania Pezzopane, candidata Sindaca dell’Aquila, rivolge il suo augurio alle mamme nella giornata della loro festa internazionale.

“Ma è anche con le politiche sociali delle città che si può incidere, invertendo la rotta”, aggiunge la Pezzopane.

Da sindaca, il mio impegno sarà concreto per e con le mamme. Occorrono rinnovate ed urgenti politiche per l’infanzia, a partire da un poderoso investimento sull’apertura di asili nido e creando un sistema integrato da zero a sei anni capace di offrire un servizio pubblico di qualità, e completamente gratuito, che consenta ai bambini di vivere contesti educativi e di apprendimento necessari al loro sviluppo. Bisogna investire sulla costruzione di una rete sociale da e per le mamme, che funzioni come una banca del tempo basata sullo scambio reciproco; è necessario ridisegnare i tempi della genitorialità, attraverso l’implementazione di servizi di prossimità, dal trasporto pubblico potenziato alla cura di spazi verdi attrezzati e parchi giochi in ogni quartiere e in ogni borgo del territorio, con un sistema di ludoteche capace di dialogare con la biblioteca provinciale. Un lavoro importante che voglio fare insieme alle mamme aquilane, per rendere la nostra città un modello per il paese su queste tematiche”, continua la deputata e candidata alla guida dell’Aquila città.

L’Organizzazione Internazionale del lavoro ci dice che le donne svolgono una media di 5 ore di assistenza e cura al giorno, gli uomini un’ora e 48 minuti; è chiaro come si sconti un evidente problema culturale, che significa arretratezza economica e sociale per il nostro paese, ma anche un problema strutturale, di politiche e di organizzazione dei servizi sociali. La pandemia lo ha reso evidente. Stando ai dati diffusi da Save the Children, il nostro è il paese che detiene il primato delle madri più anziane d’Europa alla nascita del primo figlio (31,3 anni contro una media europea di 29,4)”.

“Tra il 2019 e il 2020, 96 mila mamme hanno perso o sono state costrette a lasciare il lavoro; 77 mila avevano un bambino in età prescolare, 46 mila un figlio alla primaria. D’altra parte, il 75% delle donne lavoratrici si fa totale carico delle attività di cura non retribuite; se in smart working, non riescono a separare il tempo dedicato a questa attività da quello lavorativo. In questi anni, sono aumentate le ore di lavoro – quando svolte da casa – ed è aumentato il tempo della cura, si pensi alla didattica a distanza cui sono stati costretti i nostri figli. La giornata, però, non si è allungata”, questa la conclusione.

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