La Casa delle Donne della Marsica è un importante riferimento per molte donne che vengono maltrattate e che vivono nella speranza di trovare un giorno la forza e il coraggio per riprendere in mano la propria vita. Oggi 8 marzo, giornata della Festa della Donna, si vuole accendere un riflettore su una tematica che accompagna da sempre la figura femminile.
La Giornata internazionale della Donna ha ottenuto il riconoscimento ufficiale nel 1977 dall’ONU, ma in realtà, è celebrata da molto più tempo. In Italia, si festeggia questa ricorrenza dal 1922. Il simbolo della mimosa è collegato ad un evento che, secondo alcune pagine impresse nella memoria femminile e maschile collettiva, si verificò nei primi anni del ‘900: in una fabbrica degli Stati Uniti, esplose un incendio in cui morirono molte operaie, nel cortile di questo edificio era presente una distesa di mimose. Sempre secondo questi ricordi collettivi, il datore di lavoro di queste donne le chiuse nell’edificio per evitare che partecipassero ad una manifestazione per i diritti dei lavoratori. Il tema principale che ricorre in questo giorno è sicuramente quello della lotta che le prime femministe della storia hanno intrapreso per il riconoscimento della parità dei diritti tra uomo e donna, lotta che ancora oggi, purtroppo, non ha termine.
Nelle cronache di tutti i giorni, non sono rari gli episodi di sfruttamento o violenza nei confronti delle donne e questa attenzione mediatica dedicata a questi atti ha come fine quello di dare esempio a chi non ha la forza e il coraggio di denunciare. Le tematiche della violenza sulle donne e del femminicidio sono argomenti entrati da poco nella quotidianità viva della cronaca nera, ma ciò non vuol dire che prima non ci siano stati soprusi, anzi. La differenza sostanziale è che oggi molte più donne hanno iniziato a denunciare gli abusi e, di conseguenza, l’intera società si è mobilitata a sostegno di un cambiamento. Sono incrementate le nascite di sportelli di ascolto, centri di accoglienza, associazioni e cooperazioni per il supporto alle vittime di violenza. Nella Marsica, per sostenere ed aiutare le donne che subiscono ingiustizie, è attiva da anni la Casa delle Donne: un ricamo giusto su di una coperta di diritti a volte troppo corta.
«La violenza nasce, per la maggior parte delle volte, dalla cultura che si ha perché influenza la maniera di vedere e comprendere molte cose.- ha dichiarato Daniela Senese, direttrice della Casa delle Donne della Marsica – Alcune situazioni sono primi segni di visione distorta che le persone hanno; facciamo un esempio che almeno una volta nella vita ci ha viste tutte protagoniste: il nostro fidanzato ci chiede di non andare in discoteca sole perché lui è geloso, per molte ragazze questa affermazione è sinonimo di amore, ma in realtà non è così. Non è assolutamente una dimostrazione di bene, è solamente una limitazione alla libertà di una persona. Questa interpretazione distorta che fa vedere un vincolo come sinonimo di amore è causata dalla cultura che si ha e purtroppo non è comprensibile nell’immediato. Da una iniziale imposizione spesso e volentieri si passa, in modo graduale, a violenze sempre più gravi».
Per far fronte a queste situazioni di sofferenza in Italia esistono molte associazioni a supporto delle donne e, nello specifico, nella Marsica esiste ‘La Casa delle Donne’ un progetto di ‘Be Free’. «Questa cooperativa sociale nasce a Roma, nel 2015 scrive un progetto per un centro antiviolenza nella Marsica e vince un finanziamento con l’8 per mille della Chiesa Valdese che ancora oggi finanzia l’iniziativa. – spiega Daniela Senese – Da quel momento è iniziato tutto: il nostro sportello di accoglienza e il centro sono tuttora perfettamente funzionanti. Le donne che vengono supportate da noi, vorrei sia ben chiaro, non sono costrette a fare nulla che loro stesse non sentano di fare. Il nostro compito è quello di ascoltare e consigliare, di accompagnarle ed aiutarle nel loro percorso di rinascita».
‘Be Free’ non si arresta mai, vuole sempre essere di aiuto per qualcuno e il primo passo è quello dell’informazione, nonché quello della conoscenza: «Abbiamo vinto un bando pubblicato dal Dipartimento delle Pari Opportunità e ora inizieremo un nuovo progetto che vede protagonisti i ragazzi delle scuole della Provincia di L’Aquila. Si tratta di una campagna di comunicazione dal titolo ‘#FreeZone’ nella quale, in una prima fase, saremo noi a fare formazione agli insegnati e agli studenti delle scuole superiori. Nella seconda fase, invece, saranno proprio i giovani liceali a fare formazione ai più piccoli delle scuole medie, verranno girati anche spot antiviolenza e questa parte verrà seguita da Lino Guanciale. Sarà un progetto che coinvolgerà tutta la società con lo scopo di prevenire situazioni di violenza». Una sorta, insomma, di rivoluzione a pioggia.
Le iniziative contro i soprusi aizzati nei confronti delle donne sono molte, ma per chi li vive non è facile uscirne: «Un aiuto valido che potremmo dare nel piccolo quotidiano è quello di non fare finta di nulla. Se si conoscono persone vittime di violenza o solamente si ha il sospetto non si deve assolutamente ignorare la situazione. Bisogna agire anche solo facendo presente alla vittima stessa dell’esistenza del nostro sportello ascolto e del centro di accoglienza; probabilmente si avrà una risposta sgarbata da parte della persona che vogliamo aiutare, ma almeno così non si resta in silenzio davanti ad un’ingiustizia. – conclude Daniela Senese – Bisogna alzare la voce e gridare con forza contro la violenza, di qualsiasi tipo essa sia, perché restando in silenzio non cambierà mai nulla e non si arriverà mai al giorno in cui tutte le donne su questo pianeta riceveranno solo carezze e baci sul loro viso».
Casa delle Donne della Marsica: 3938856389 / casadonne.marsica@gmail.com
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