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9° Reggimento Alpini. Il colonnello Laurencig ha ricevuto il Cardinale Petrocchi

Alpini verso il centenario. Il cardinale Giuseppe Petrocchi in visita al 9° reggimento dell’Aquila

Il comandante del 9° reggimento Alpini, col. Laurencig, ha ricevuto questa mattina in visita istituzionale il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita di L’Aquila.

La visita del porporato si è tenuta in vista della prossima celebrazione del centenario della fondazione del 9° reggimento a cui, il 1 luglio 1921, venne concessa la Bandiera di guerra.

La bandiera e le sue decorazioni – ha precisato il col. Laurencig – “sono il simbolo della maniera in cui tutti noi abbiamo servito e continuiamo a servire in maniera deferente il nostro Paese”.

L’arcivescovo, dopo aver ricevuto gli onori, accompagnato dal comandante e dal cappellano collaboratore padre Daniele Di Sipio, si è recato nella Cappella della caserma per un momento di preghiera e raccoglimento.

Toccante l’omaggio del presule ai nove Martiri aquilani il cui ceppo commemorativo dell’eccidio si trova proprio all’interno della Caserma “Pasquali” dell’Aquila. Davanti al memoriale il cardinale ha acceso una lampada in loro onore.

Successivamente il porporato ha visitato le sale storiche del reggimento e ha salutato il personale della caserma.

Il comandante Laurencig nel suo saluto al card. Petrocchi ha sottolineato il profondo legame degli Alpini con la terra aquilana e abruzzese.

“Viviamo con il territorio un rapporto viscerale, simbiotico, ne siamo espressione e lo rappresentiamo a pieno nei suoi tratti e nei suoi aspetti valoriali. In particolare il 9° Alpini è forte determinato e coeso come lo è stato, lo è e lo sarà la gente, il popolo aquilano, duramente colpito a più riprese da numerose tragedie e traumi collettivi; è un reggimento alpino – ha continuato Laurencig – ispirato ai valori e alle tradizioni alpine, montanare, quali sono quelle aquilane: tenaci, vigorose, orgogliose e mai dome; – ha una solida matrice cristiana, tipica degli alpini ma anche del popolo aquilano, che ha da sempre spinto a mobilitarsi a favore del supporto alla collettività e di chi si trova in difficoltà”.

Nel presentare i reparti al cardinale, il comandante Laurencig ha illustrato le capacità dei due battaglioni, “L’Aquila” e “Vicenza”, che compongono il reggimento.

“Vi è il battaglione L’Aquila e i suoi reparti operativi, pronto ad assolvere tutto l’ampio spettro delle missioni per le quali può essere richiesto l’intervento della Forza Armata. Vi è il battaglione Vicenza, ricreato nel 2017 meramente per le attività di supporto alla popolazione. E’ un unicum in Italia e rappresenta l’eccellenza militare in ambito gestione di emergenze e pubbliche calamità, che ci porta ad interfacciarci in maniera costante e intensa con le altre agenzie per deputate a tale scopo. Vede schierate le squadre di soccorso alpino militare, unità impiegabili nell’anti incendio boschivo e quelle utilizzate per la disinfezione da covid 19”.

Anche il cardinale Petrocchi nel suo saluto al personale schierato sul piazzale della caserma “Pasquali”, ha voluto rimarcare il profondo legame della città dell’Aquila con gli Alpini:

“Carissimi Alpini del IX Reggimento: L’Aquila vi stima e vi vuole bene! I sentimenti di apprezzamento e di riconoscenza nei vostri confronti – ha detto il cardinale Petrocchi – sono profondamente connessi alla storia, recente e passata, del nostro territorio. Vi consideriamo di casa: perciò parte della nostra Famiglia, ecclesiale e civile. Anche gli Aquilani, come voi, hanno la montagna nel sangue. Perciò la nostra gente non deve fare fatica per capirvi e per farsi capire. Vi è vicina, anche caratterialmente. Infatti, come è noto, la geografia modella la psicologia di un popolo. La natura, aspra e stupenda, come anche una esistenza laboriosa e difficile, plasmano caratteri tenaci, capaci di relazioni interpersonali salde: durature e “resilienti” alle “intemperie “ della vita.

È un amore di ritorno quello che vi raggiunge oggi, perché è risposta all’amore che voi avete dimostrato verso questa terra, specialmente nell’ora drammatica della sofferenza. Ci lega una amicizia vera: collaudata nel tempo e saggiata dalle prove, come oro nel crogiolo. Afferma san Tommaso d’Aquino: «L’amico è sempre amico per l’amico». L’amico, infatti, sa rimanere a fianco e non retrocede, qualunque cosa accada!”.

Ricordando la grande generosità degli Alpini, durante i devastanti terremoti del 2009 e 2016-17 come anche oggi nella pandemia l’Arcivescovo, citando il Papa, ha aggiunto:

“Se sopraggiungono difficoltà incombenti e rovinose, voi sapete rendervi “vicini” – come direbbe Papa Francesco – “con la mente, con le mani e con il cuore”.

Per agire, con adeguatezza, in condizioni emergenziali, occorre anzitutto allertare la “mente”: bisogna saper con esattezza “cosa” e “come” fare. È necessario anche mobilitare “le mani”: per intervenire in modo concreto, rapido ed efficiente. Ma la “mente” e le “mani” – che sono strumenti necessari – non bastano: deve entrare in gioco il “cuore”, che mette in circolo atteggiamenti capaci di attivare partecipazione integrale e disponibilità reciproca all’incontro. Per creare “vicinanza” non è sufficiente la contiguità spaziale: è lo spirito di altruismo (siglato dal buon “Noi”) che consente di passare dalla logica dello “stare accanto” all’esperienza di “essere “con” e “per” il prossimo.

Questa vicinanza l’avete dimostrata sempre, in particolare durante i “giorni crocifissi” del recente terremoto, quando a L’Aquila crollavano non solo i muri, ma anche le certezze. Il sisma, infatti, non solo provoca distruzioni materiali, colpisce pure l’anima, causando “fratture” spirituali, psicologiche e relazionali.

Tutti, qui, ricordano la grande e costruttiva generosità che avete messo in campo. Siete accorsi subito e con una dedizione commovente. Sono gesti che La Città non dimentica: li custodirà in una memoria sacra, per sempre”.

La visita si è conclusa con l’apposizione, da parte del cardinale, della firma sull’Albo d’onore del reggimento e il sentito ringraziamento del col. Laurencig per lo “straordinario supporto nei nostri confronti ma soprattutto nei confronti di questa comunità e di questo popolo, il popolo aquilano, al quale noi tutti apparteniamo”.

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