Il 9 settembre del 1922 nasceva il Parco Nazionale d’Abruzzo.
Ogni compleanno porta sempre con sé grande gioia ed un leggero senso di nostalgia. Oggi però non vogliamo celebrare il ricordo, né tantomeno insistere sulla narrativa del numero.
Come ogni fenomeno politico, economico o sociale, un Parco Nazionale è il prodotto di una dinamica e complicata successione di eventi, decisioni, comportamenti e giudizi di valore. La storia di un’area protetta è fatta di questo, e in questo si trova la sua vera essenza.
La storia del Parco è fatta di donne e uomini che hanno compiuto scelte difficili ed intrapreso sentieri impervi. È fatta di sogni, di avanguardia e di coraggio. Di direzioni ostinate e contrarie. Di molti successi, e di altrettanti fallimenti.
La storia del Parco è fatta di Natura, ma anche di Persone. Con tutte le cose buone e meno buone che ciò implica.
Le esperienze di queste persone possono trasmettere valori e messaggi che non conoscono, e non devono conoscere, tempo e spazio. E, se c’è una cosa che non dovrebbe essere mai dimenticata, è la consapevolezza che senza questo Parco le meraviglie naturali di queste valli, ad oggi, non sarebbero mai potute essere tali.
Le aree protette hanno un valore irrinunciabile per il benessere umano di ognuno di noi, e questo è un fatto scientifico. Vorremmo davvero che le ricorrenze come quella di oggi, siano utili a ricordare che tutti noi possiamo essere i primi custodi di questo imprescindibile legame. Tra due anni, insieme al Parco Nazionale Gran Paradiso, festeggeremo i nostri 100 anni di vita.
100 anni di conservazione.
Oggi vogliamo festeggiare il nostro 98° compleanno ricordando una grande Persona che molto ha significato per il Parco del Gran Paradiso.
Renzo Videsott sosteneva che i Parchi Nazionali dovessero essere difesi: “da una troppo elevata concezione poetica, da una troppo angusta profondità scientifica, da una impaludante retorica, dal formalismo, dall’oppio della burocrazia, dalla piovra delle speculazioni della bassa concezione politica, dalla tisi della miseria economica, dalla peste della faciloneria, dal mare dell’ignoranza, dagli oceani dell’indifferenza umana”.
Crediamo che queste parole siano tremendamente attuali!