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Ospedale Avezzano, bidoni come servizi igienici

Il caso del reparto di medicina shock, Fedele (M5S): “Pronto anche a chiamare i NAS, servono interventi immediati e risolutivi”

Virus, in quarantena pazienti e operatori di PS in contatto col medico

Continua a preoccupare la situazione in cui versa l’Ospedale di Avezzano, i contagi sembrano essere fuori controllo e ormai la situazione in cui versano utenti e personale risulta altamente critica, tanto da spingere il Consigliere regionale Giorgio Fedele (M5S) a esprimere la volontà di chiedere l’intervento dei NAS. “È incredibile che il nosocomio avezzanese sia arrivato a un simile stato di saturazione – spiega -. Ci vuole un intervento immediato, anche da parte di forze preposte al controllo della salute pubblica vista l’incapacità di analisi e di azioni efficaci messe in campo da Regione Abruzzo e della Direzione Asl1. È chiaro che le argomentazioni relative al fattore sorpresa, utilizzate per giustificare le criticità della prima ondata, oggi non reggano più. Emerge, però, la mancanza totale di programmazione e gestione degli spazi da parte di chi avrebbe dovuto pianificare per tempo, ma probabilmente non lo ha fatto o lo ha fatto male”

“Che l’Ospedale SS Filippo e Nicola sia ormai sotto assedio del virus è chiaro – incalza Fedele – quello che invece non è chiaro è come si sia arrivati a questo. Ancora una volta. Ormai è evidente che se nella prima ondata la provincia dell’Aquila è stata meno esposta ai contagi non è certo merito della buona gestione del sistema sanitario, come il direttore Asl1 Testa ha più volte dichiarato pubblicamente. Infatti in questa seconda ondata, dove il virus ci ha colpito con più forza, la mancanza di visione e programmazione si è palesata in ogni suo aspetto: Avezzano non è stato individuato dalla Asl come ospedale Covid, e avrebbe dovuto gestire tutti i servizi sanitari ordinari per il territorio. Ma invece, esattamente come accaduto la scorsa volta ma con numeri ben più allarmanti, l’ospedale si trova a dover trattare quasi esclusivamente casi positivi senza però aver ricevuto dalla Asl i necessari atti di programmazione, come accaduto per esempio nel nosocomio dell’Aquila individuato da subito presidio Covid. Sono mancate le nette distinzione di percorsi “puliti e sporchi” per esempio, e tutti gli altri protocolli anti contagio che avrebbero dovuto rendere l’ospedale presidio non Covid, anche nei fatti e non solo sulla carta”.

“Il risultato di questa gestione è sotto gli occhi di tutti: nell’ospedale la zona grigia, in cui si attendono i risultati dei tamponi prima di essere destinati ai reparti, è piena. Il pronto soccorso stracolmo e si registra una grave carenza di personale e dotazioni. Solo il reparto di malattie infettive è in grado di ospitare contagiati e contestualmente garantire che personale e pazienti non fungano da vettori del virus, ma il reparto sta scoppiando e nel resto dell’ospedale la struttura non è predisposta adeguatamente per contrastare la diffusione del covid. Pensiamo al reparto di medicina, uno dei più colpiti in cui tutti i pazienti entrati negativi si sono contagiati all’interno, creando nei fatti un reparto covid, dove però è impossibile che esista. Il personale è stato costretto a fornire ai pazienti dei bidoni per i bisogni fisiologici, perché le stanze di degenza non hanno i bagni, quindi i ricoverati in corsia dovrebbero condividere gli stessi servizi igienici ubicati in fondo al corridoio, creando un’altissima possibilità di contagio che potrebbe rendere l’intero ospedale un focolaio attivo. Una situazione da quarto mondo che mi è stata denunciata da numerosi pazienti e dalle loro famiglie, e che basterebbe da sola a rappresentare una gestione pessima e squalificante del paziente sia dal punto di vista sanitario che psicologico. Non va meglio negli altri reparti in cui si registrano contagi sia tra personale medico infermieristico che degenti”.

“E che soluzione si propone davanti a questo scenario? L’unica idea che ha avuto la Asl è quella di bloccare i reparti che forniscono prestazioni ordinarie. Ma se non si trovano spazi adeguati per sopperire alle numerose richieste l’ospedale rischia il blocco totale, con tutti i problemi che ne conseguono. È inaccettabile trovarsi in questa situazione. L’Assessore Verì e la direzione Asl prendano coscienza che l’Ospedale non può più garantire reparti puliti dal virus, il personale è sfinito e i pazienti si sentono abbandonati a sé stessi. Si agisca immediatamente perché se la situazione dovesse sfuggire di mano ulteriormente rischiamo che la Marsica diventi una zona rossa con danni ingenti.
E se oggi Avezzano è nell’occhio del ciclone è palese che la situazione nei nosocomi di Sulmona e dell’Aquila non sia troppo distante dalla bufera”.

“Più volte – conclude Fedele – ho posto sul tavolo delle soluzioni percorribili che dovrebbero passare per un investimento congruo per personale e strutture. Attrezzare dei moduli prefabbricati negli spazi esterni agli ospedali, poiché non è certo pensabile prevedere delle tensostrutture, solo chi non conosce gli inverni nella Marsica e in generale nella provincia dell’Aquila può auspicare a una soluzione simile. Bisogna iniziare a reperire anche spazi e personale dal servizio sanitario privato convenzionato, anche con l’ausilio di strutture alberghiere per i pazienti che non richiedono ricovero ma che comunque necessitano di isolamento, esattamente come è stato fatto in altri territori”.

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