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“Covid, molti di noi soli e senza mezzi”

"La mia città non è più quella di un mese fa". Paolo Romano, consigliere comunale aquilano, è stato un mese in isolamento, per la positività al Coronavirus.

“Sono uscito di casa oggi dopo un mese esatto di isolamento, tre tamponi e un bisogno pazzo di incrociare sguardi e chiacchiere. Presto ho avuto la consapevolezza che la mia città non è più neanche quella di un mese fa”. E’ difficile, oggi, guardare avanti, cercare di guardare al di là della “siepe Covid”. E’ difficile non mollare gli ormeggi, non perdersi d’animo, per se stessi e per gli altri. Oggi che il primo pensiero della mattina vola ai contagi da virus giornalieri e l’ultimo pensiero, alla sera, a quanti anziani sono stati risparmiati in un solo giorno, su scala nazionale, dal contagio feroce. Il consigliere comunale dell’Aquila Paolo Romano (Italia Viva) è stato chiuso un mese in casa, in isolamento, a seguito della sua positività riscontrata al virus. Ieri, dopo giorni di clausura, è tornato in strada; è uscito di casa e questo è il suo dipinto a parole:

“Gli occhi dell’edicolante, quelli del libraio o del dipendente del supermercato, rimandano solo preoccupazione e non solo per come vanno “gli affari”, ma per i rischi che si corrono anche restando aperti, a causa di chi abbassa la mascherina, di chi non mantiene le distanze, di chi, in una parola, non rispetta le regole mettendo a rischio la salute di tutti. Le perdite avute in città negli ultimi due giorni, uomini conosciuti perché avevano seminato rapporti forti, hanno piegato anche chi sale la saracinesca perché non può fare altrimenti. C’è un forte bisogno di coesione e senso di responsabilità. C’è bisogno cioè di credere nella nostra comunità essendone parte senza facili distinguo e c’è bisogno di fare ognuno la nostra parte. Ma c’è bisogno anche di smascherare la facile retorica del “nessuno verrà lasciato solo” da parte delle istituzioni perché non é accaduto e molti di noi sono effettivamente soli e senza mezzi, a volte anche culturali, per poterne uscire”.

“I fronti aperti sono molti, quello sanitario, quello sociale, quello scolastico. Mi chiedo quando si smetterà di tirare dalla propria parte una coperta troppo corta e quando si deciderà di cucirne una più grande prendendo quando serve anche decisioni impopolari”, questa la conclusione del consigliere, sul suo post social.

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