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Covid, è ancora troppa la pressione sugli ospedali d’Italia

L'epidemia sta rallentando. La pressione, però, sui servizi ospedalieri non è in regressione. Diramato il nuovo report aggiornato in Italia sullo sviluppo della pandemia nel nostro Paese. Sotto l'occhio degli esperti della Cabina di Regia, i giorni dal 16 al 22 novembre.

Il report su scala nazionale della Cabina di regia numero 28, relativo al periodo che va dal 16 al 22 di novembre, evidenzia che la velocità di trasmissione dell’epidemia sta rallentando.

Secondo i dati, ha ed raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni. Per la prima volta da molte settimane, l’incidenza calcolata negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale. Questi sono i dati che derivano dallo specchio scientifico elaborato nelle ultime settimane dagli esperti e pubblicato anche sul sito del Ministero della Salute.

Sono dati che segnalano l’impatto positivo, comunque, delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane. Si evince, però, anche un lieve aumento nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva con pressione ancora molto elevata sui servizi ospedalieri che complessivamente non è in regressione.

L’incidenza rimane, quindi, ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile e il contenimento. Per questo motivo, è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri.

Dieci Regioni, poi, sono ancora classificate a rischio alto o a esso equiparate.

Questo andamento non deve portare a un rilassamento prematuro delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti.

Si conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Rimane essenziale evitare gli eventi aggregativi che, se effettuati, porteranno a un rapido aumento nel numero di nuovi casi.

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