“E’ importante che i cittadini adesso sappiano dove andare e a chi rivolgersi per curarsi, punto. Io sono stato credo molto chiaro nei miei comunicati diramati alla stampa: L’Immacolata di Celano adesso, per il momento, non è struttura Covid, ma potrebbe diventarlo domani, perché viviamo alla giornata in base ai numeri dei contagi, in base ai focolai, alla drammaticità su ampia scala di questa emergenza tremenda”. A pronunciare queste parole, dirette alla nostra Redazione, è Paolo Favari, direttore della Clinica privata Marsicana, da più voci fondate e testimoniate e da più giorni presa come riferimento Covid all’interno della strategia territoriale che si stava prospettando e approntando per alleggerire il peso che grava su Avezzano. Nella geografia marsicana della risposta all’emergenza, c’è la Nova Salus di Trasacco, che accoglie pazienti Covid, oltre alla struttura pubblica di Tagliacozzo. In base ai primi segnali politici e non solo, la Clinica celanese avrebbe dovuto mettere a disposizione ben 67 posti letto per pazienti Covid, estendibili a 85, così come anche annunciato ai nostri microfoni dallo stesso Governatore Marsilio qualche sera fa: ascolta qui
Successivamente, a distanza di poche ore, la strategia è cambiata. “Oggi le cose stanno così – avverte Favari – voglio ribadire che da parte della nostra realtà c’è e sempre ci sarà un impegno immenso per dare supporto al sistema sanitario territoriale pubblico. Voglio specificare, per una chiarezza nei confronti dei cittadini, che non ci sono ragioni particolari per le quali c’è stato non un passo indietro, ma un diverso passo comunque sempre in avanti, visto che noi i lavori di adeguamento li abbiamo incominciati e finiranno tra qualche giorno. Portare i pazienti Covid all’interno di una struttura da sempre Covid free non è uno scherzo e di certo non si fa con uno schiocco delle dita. Ci serve del tempo: noi comunque siamo a disposizione di Regione e Asl per l’emergenza; però, ripeto, quello che accadrà domani non è dato saperlo, posso solo aggiungere che non c’è stata alcuna frattura di posizioni o frizione tra le parti, alcuna diversità di vedute, se è stato deciso così in questa strategia dell’emergenza Covid in Marsica – la vera zona rossa dell’Abruzzo – non è che lo abbiamo deciso da soli. Adesso l’impegno dell’Immacolata nell’essere Covid non è prioritario. Restiamo comunque a disposizione ripeto di Asl e Regione per qualsasi decisione vorranno intraprendere o intavolare. Ricordo che noi offriamo cure a pazienti oncologici da sempre e in questo periodo di fortissima emergenza in senso lato non mi sembra un dettaglio di poco conto. Per adesso, tutti i cittadini che hanno necessità di curarsi e che non sono Covid, possono far riferimento a noi”.
Proprio ieri pomeriggio, il presidente della Regione Abruzzo è venuto a Celano per essere presente alla partenza dello screening di massa nella prima città della Marsica di particolare consistenza demografica, nella seconda giornata di test rapidi in Provincia. “Non ero a Celano per impegni improcrastinabili – avverte ancora Favari – ma mi sarebbe piaciuto incontrare il Governatore Marsilio anche per avere un confronto su questa tematica. Posso dire che non siamo usciti fuori, comunque, dalla strategia di risposta al Covid del territorio poiché ieri sera stesso ho avuto un lungo confronto telefonico con il direttore Testa e anche oggi alle 12 lo riascolterò. Se ci verrà richiesto, quindi, e concludo, un impegno sul fronte Coronavirus, noi siamo pronti per diventare Covid, anche con i lavori effettuati: è un investimento che ci tornerà utile in futuro, al di là dell’emergenza sanitaria che stiamo ahimè vivendo e non solo in Abruzzo. Tutto quello che viene fatto in struttura comunque fa parte di un investimento a lungo termine e non solo a corto raggio di azione”. Per il direttore non è, quindi, un passo indietro, ma una strategia diversa messa in campo. “Inoltre, posso dire che c’è la massima trasparenza tra noi, la Regione, la Asl e l’Amministrazione comunale: siamo una squadra in costante contatto in questa emergenza: ci interessa solo aiutare, perché noi, per professione, è questo quello che facciamo”.