Il primo passo dovrà farlo la Regione Abruzzo, la quale, con una norma specifica, la cosiddetta “Salva-Crua”, inserita nel prossimo bilancio di previsione, dovrebbe diluire il debito che pesa sulle spalle della struttura, ammontante a più di 2 milioni di euro (debito derivante da stipendi non pagati e TFR) e spalmarlo in 5 anni. Il tutto ricompreso in un piano industriale triennale di rilancio della struttura stessa, grazie all’ingresso in società – con la cessione di alcune quote del consorzio – di un partner importante e ben strutturato, del quale, però, è ancora prematuro dire il nome.
Attualmente, comunque, le cose stanno così: gli 11 dipendenti rimasti sono in cassa integrazione, molti se ne sono andati via nel corso degli anni o sono stati licenziati per il ridimensionamento delle spese e delle risorse umane.
Il Crua, ossia il Centro Unico di Ricerca Abruzzese, quindi, dopo questo funesto Capodanno ingabbiato dal Covid, potrebbe salvarsi grazie ad un debito diluito in 5 anni e ad un socio di ampio rilievo nazionale, un partner industriale e scientifico italiano di natura pubblica.
Dalla convenzione stipulata con il Comune di Avezzano per l’effettuazione di tamponi al drive-through lì collocato, il Crua qualcosa guadagna in termini di affitto. Una piccola somma, che può incassare fino al 31-12, quando scadrà il contratto. “Sicuramente questo passaggio è stato fatto – spiega l’amministratore unico Rocco Micucci, anche sindaco di Rapino – Innanzitutto per dare una mano al territorio in fatto di risposta all’emergenza sanitaria tutt’ora in essere. Io personalmente, torno a ribadirlo, da oltre un anno e mezzo non prendo un euro per il mio ruolo all’interno dell’ex Crab, anzi ho anche anticipato di tasca mia alcune spese, come il pagamento di diverse bollette, e non so nemmeno se mi potranno essere rimborsate”.
Il bilancio ultimo del Crua, comunque, ancora non viene approvato. Dopo l’approvazione del bilancio, scadrà la funzione della nomina di Rocco Micucci, in qualità di Amministratore.
“Si sta puntando al rilancio, – dice e conclude – oramai l’ho detto in più di un’occasione, grazie all’ingresso in società proprio di questo socio, che potrebbe sostenere appunto un rilancio in chiave industriale. Sarà, se avverrà, un investimento importante: adesso siamo in trattativa. Ricordo che la Regione si è fatta carico del 99,5% delle quote societarie di questo Centro di ricerca abruzzese”.
Il piano industriale potrebbe prevedere già a partire dal mese di gennaio delle nuove assunzioni, se tutto ovviamente andrà come deve andare.