“Per il definitivo salto di qualità dell’agricoltura in Abruzzo occorre superare il gap rappresentato dalla maggiore difficoltà che si riscontra nell’accesso al credito, rispetto ad altri settori. Fondamentale dunque favorire l’utilizzo degli strumenti finanziari capaci di un effetto moltiplicatore delle risorse, e degli investimenti, trasferendo sul nostro territorio le migliori pratiche ed esperienze di successo”.
Lo ha affermato l’assessore Emanuele Imprudente, vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura, nel suo intervento nel corso del webinar “Strumenti finanziari in agricoltura: esperienze a confronto e prospettive di utilizzo in Abruzzo”, organizzato dalla Regione Abruzzo nell’ambito delle azioni previste per l’utilizzo dei fondi europei del Programma di sviluppo rurale (Psr).
Ad introdurre i lavori oltre ad Imprudente Giacomo D’Ignazio, presidente della Fira spa.
A moderare Elena Sico, direttrice del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo e Autorità di gestione del Psr Abruzzo.
Sono intervenuti Francesco Licciardo, ricercatore presso il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura, Eugenio Corazza, componente dell’Isri, l’Istituto di studi sulle relazioni industriali, Fabio Floreancig, esperto nella gestione delle attività finanziarie e contabili relative al fondo di rotazione in agricoltura, Riccardo Barbieri, componente direttivo Anfir, l’Associazione nazionale delle finanziarie regionali, coordinatore del gruppo finanza e delegato Sfirs, società finanziaria della Regione Sardegna, Federico Parrella, responsabile per la Banca Monte Paschi di Siena del settore specialisti agroalimentare per l’area territoriale Centro e Sardegna, Pierpaolo De Micheli, responsabile servizio prodotti di finanziamento e specialistici settore agroalimentare e finanza agevolata Banca Mps e Marco Mancinelli, della Crediti Agrari 2 lccrea Banca SpA Roma.
“L’agricoltura rappresenta anche in Abruzzo un settore portante dell’economia – ha detto D’Ignazio – e in questi ultimi anni sta vivendo una evoluzione costante che ha avvicinato molti giovani che non vedono più nell’agricoltura un ripiego. Un processo che avrà come conseguenza una sempre maggiore domanda di accesso al credito per finanziare investimenti e modalità innovative di produzione. Una sfida che l’Abruzzo deve vincere”.
Francesco Licciardo ha confermato che “le sovvenzioni a fondo perduto si stanno progressivamente riducendo e in parallelo si è registrata una contrazione del mercato del credito, per tutti i settori e ancor di più per il settore agricolo, soprattutto per le piccole imprese. Le politiche europee però sono orientate a favorire l’incremento degli strumenti finanziari, nella forma di prestiti, garanzie microcredito ed equity, capitale investito in cambio di proprietà parziale e/o totale e mutui agevolati a giovani”.
Eugenio Corazza ha illustrato gli esiti della indagine conoscitiva in agricoltura sull’interesse per gli strumenti finanziari in Abruzzo, spiegando che “della totalità delle imprese circa metà hanno fatto investimento produttivo, con importo medio 20.348 euro, il 58% con fondi propri, il 44% con prestiti da istituti di credito, il 38% a valere sui fondi del Psr. Inoltre il 28% delle imprese non sono riuscite ad ottenere il finanziamento. La domanda è però in crescita e circa la metà delle aziende prevede nel prossimo triennio di effettuare investimenti per una media di 100 mila euro”.
Ad illustrare le misure messe in campo dal Friuli Venezia Giulia è stato invece Fabio Floreancig.
“Il nostro modello – ha spiegato – si basa su un fondo pubblico di anticipazione, su convenzioni con le banche e finanziamenti agevolati. Dal 2018 sono stati così erogati 107 milioni di euro per 521 finanziamenti a tasso zero, che hanno determinato un importante effetto moltiplicatore, garantendo immediata liquidità alle imprese, con tempi abbattuti rispetto a quelli fisiologici del Psr”.
Riccardo Barbieri, dopo aver illustrato le azioni messe in campo dall’Associazione nazionale delle finanziarie regionali, si è soffermato sull’originale esperienza del “pecorino bond” in Sardegna.
“Una misura che ha portato alle aziende produttrici di pecorino romano 12 milioni di euro di investimenti da parte di investitori istituzionali, di cui un quarto straniere, con rendimenti saliti al 3,9%. Il vantaggio è stata la de-bancalizzazione delle aziende, e il fatto che questa modalità di sostegno finanziario non impatta in termini di tetti europei degli aiuti di Stato”.
Federico Parrella e Pierpaolo De Micheli hanno illustrato il protagonismo della Banca Mps sul fronte del finanziamento delle imprese agricole.
“Per il comparto vitivinicolo, anche in Abruzzo – ha ricordato Parrella – abbiamo messo a punto un pacchetto finanziario per rispondere a tutte le esigenze del comparto, dall’anticipo dei Pac al supporto per l’acquisto di macchinari per l’invecchiamento del vino e per l’impianto e reimpianto delle colture. Ritengo fondamentale che la complessità amministrativa non venga trasferita alle banche e ben vengano standardizzazioni dei processi in tutte le Regioni”.
Per quanto riguarda i contratti di filiera, ha aggiunto De Micheli, “ non ci limitiamo a offrire un catalogo di prodotti, ma sosteniamo le imprese agricole, con centri dedicati, durante tutto il processo”.
Infine Marco Mancinelli ha posto l’accento sull’importanza del sostenere il settore agricolo nella sua naturale e strategica vocazione all’export. “Sotto questo punto di vista le banche di credito cooperativo hanno messo in campo strumenti efficaci come la gestione degli anticipi di contratti, finanziamenti a tassi agevolati per la partecipazione a fiere, mostre e per le azioni di marketing e pubblicità, fondamentali per l’accesso ai nuovi mercati”.
“Aspetto centrale, da quanto è emerso dagli interventi – ha infine affermato Elena Sico – è trovare l’aderenza degli strumenti finanziari ai singoli territori e specifiche esigenze, con anelli di competenza concentrici. Il Psr da solo non basta, occorre trovare la soluzione per consentire alle nostre piccole aziende agricole di avere un accesso al credito fondamentale per accrescere la loro competitività”.