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Sirente-Velino, Fedele: norma danneggia la regione

“Se la conferenza stampa convocata oggi in fretta e furia dal Vicepresidente Imprudente aveva il fine di far ricredere qualcuno sulla sciagura che rappresenta la sua norma mannaia sul Parco Sirente Velino, la missione è fallita"

“Se la conferenza stampa convocata oggi in fretta e furia dal Vicepresidente Imprudente aveva il fine di far ricredere qualcuno sulla sciagura che rappresenta la sua norma mannaia sul Parco Sirente Velino, la missione è fallita. Abbiamo sentito il rumore delle unghie sullo specchio in tutta la regione. Le giravolte semantiche con cui ha giustificato le scelte e i tagli applicati al parco si scontrano con la realtà dei fatti”. È questo il commento del Consigliere regionale Giorgio Fedele, da sempre in prima linea per la difesa del parco Sirente Velino, che spiega nel dettaglio: “Questa norma danneggerà tutto il territorio regionale. Non c’è visione del territorio, non c’è visione nel rilancio dell’ente parco e soprattutto non c’è la volontà di metterlo nella condizione economica di poter operare. È soltanto un’iniziativa che strizza l’occhio a chi vede il parco come terreno di caccia e bancomat per il disboscamento. Per questo nella legge troviamo: Un comitato senza poteri. Il Vicepresidente Imprudente parla dell’istituzione di un comitato tecnico scientifico, però, nei fatti non dà ad esso alcun potere decisionale o vincolante sulle scelte e sulle attività del Parco. Cacciatori inseriti anche dove non si può cacciare. Tra tutti i soggetti inseriti in questo “comitato” che ha elencato pedissequamente, si è dimenticato di inserire l’inspiegabile scelta di includere anche i rappresentanti delle associazioni di caccia, che con il Parco non dovrebbero avere nulla a che fare perché la caccia nell’area protetta è vietata. Per tutelare il territorio, ha tolto le tutele. Si è dimenticato di specificare che la sua soluzione per far funzionare l’ente è stata quella di tagliare migliaia di ettari di verde e che questi, seppur giudicati da lui senza valore ambientale, sono dovuti essere rimodulati più volte proprio per l’intervento delle opposizioni e delle associazioni ambientaliste, che hanno lavorato oltre un anno per difendere il parco da questa legge mannaia. Inoltre tutti gli agricoltori tagliati fuori dal parco saranno anche esclusi dalle regole che disciplinano i rimborsi da fauna selvatica all’interno della riserva. Entrano quindi in gioco i de minimis e le tempistiche vigenti fuori dai territori del parco. Lui stesso ammette di aver incluso nei tagli aree di particolare pregio. Sostenendo di aver “recepito alcune criticità sollevate, reinserendo parti di territorio che hanno particolare pregio” ammette candidamente che senza l’intervento di opposizioni e associazioni avrebbe tagliato aree di pregio. Quante ne ha tagliate veramente, visto che non ha recapito tutte le osservazioni? Visto che non ha prodotto alcuno studio tecnico-scientifico, dove sta scritto che le aree tagliate non avevano valore ambientale? Il mistero di Ocre. Quello che è successo relativamente al Comune di Ocre ha dell’incredibile. Forse l’Assessore sperava che nessuno si accorgesse che il Comune era stato tagliato fuori dall’area della riserva, nonostante l’amministrazione avesse espressamente chiesto di farne integralmente parte. Quando ho denunciato questo ulteriore grave taglio l’Assessore Imprudente si è giustificando scaricando la colpa su non si sa quale collega della maggioranza che avrebbe voluto escludere intenzionalmente il territorio del comune dal Parco. In aula ho chiesto di fare nome e cognome di chi avesse posto questa condizione, ma non ho ricevuto risposta. Ma oggi nel corso della sua conferenza stampa il Vicepresidente ha provato a buttare in caciara la questione, lasciando intendere che si è trattata di una svista a causa dell’opposizione serrata. Una vera e propria mistificazione della realtà della quale continueremo a chiedere spiegazioni perché venga messo nero su bianco il motivo per cui un comune come Ocre, che voleva essere compreso integralmente nel territorio del Parco poiché evidentemente ne riconosce il valore, sia stato oggetto di un ennesimo taglio per la volontà di qualcuno. Comuni fuori dal Parco ma con un piede dentro. Si è dimenticato di dire che tutti i sindaci a lui vicini in questa battaglia hanno voluto mantenere almeno un metro quadro del proprio territorio all’interno del Parco, probabilmente per poter intercettare comunque i fondi. Perché, si sa, per le regole da seguire il parco è un peso, per i fondi da incamerare non lo è più. Ghigliottina per manifesta incapacità. Quando non si hanno argomenti, si taglia anche la discussione. Non ha minimamente citato le modalità con cui hanno approvato questa legge scellerata. Ricordiamo che è stato applicato lo strumento della “ghigliottina” per tagliare, insieme ai territori del Parco, anche oltre 10mila emendamenti che tra le altre cose riportavano anche proposte e richieste dei territori che oggi dovranno subire questa mannaia”. “Questa vergogna non sarà certo scrollata dalle spalle di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia con una conferenza stampa che ha tutto il sapore di una richiesta di assoluzione postuma, ma che sono certo che l’Abruzzo non concederà”. Conclude.

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