Era ormai questione di ore, ieri è arrivata l’ufficialità: il manager della Asl Testa è stato silurato dalla Regione. La Giunta abruzzese, riunita in presenza ieri sera all’Aquila, ha infatti revocato anticipatamente il contratto del direttore generale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Roberto Testa, indicato dalla maggioranza di centrodestra e in carica dal settembre 2019.
Nelle scorse settimane, come noto, Testa è stato interessato da un percorso amministrativo di contestazione avviato dal capo del Dipartimento sanità, Claudio D’Amario, e dall’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì.
La notizia dunque era nell’aria già da tempo. In particolare, al manager sono stati contestati diversi disservizi, emersi anche nel corso di un’ispezione dei carabinieri dei Nas, durante l’emergenza pandemica.
Il periodo maggiormente contestato è l’autunno 2020, quando i contagi sono aumentati in modo esponenziale in provincia dell’Aquila e soprattutto nella Marsica.
La Regione ha contestato al manager romano un “atteggiamento ostruzionistico e pretestuoso” nell’applicazione degli adempimenti da rendersi “in attuazione dei provvedimenti programmatori regionali adottati” e in particolare, il governatore Marco Marsilio e l’assessore Verì hanno puntato il dito contro Testa per “inerzia operativa nell’attuazione della Rete Covid”.
Il manager ha quindi risposto punto per punto alle contestazioni mosse dalla Regione. Le argomentazioni del direttore generale non sono state giudicate però sufficienti dai vertici regionali.
Il mandato del 57enne manager romano, con la prima verifica di metà mandato in programma nel prossimo settembre, sarebbe scaduto nel 2023.
L’esecutivo regionale, nonostante l’evidente rischio di risarcimento danni, ha nominato come nuovo direttore generale Ferdinando Romano, tecnico di area Lega, ex docente all’Università “D’Annunzio” di Chieti Pescara ed ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale.
Il caso ricorda un precedente importante: la Corte d’Appello ha respinto il ricorso della Regione Abruzzo, confermando la decisione del Tribunale amministrativo regionale che ha dichiarato illegittima la decadenza anticipata a ottobre 2019, dell’ex direttore in quota centrosinistra Armando Mancini, a seguito della bocciatura del Nucleo di valutazione, nel giudizio di metà mandato. La Regione Abruzzo ha fatto ricorso in Cassazione, ma rischia ora pesanti risarcimenti.