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Genovesi su amministrazione Di Pangrazio

Bocciatura senza appello del coordinatore provinciale della Lega, Tiziano Genovesi, a un anno dall’elezione del sindaco Di Pangrazio

“A un anno dall’elezione, l’amministrazione targata Di Pangrazio vanta una lunga serie di promesse non mantenute, incompiute divenute ormai croniche e una gestione della città che si potrebbe definire “rustica” per usare un eufemismo. Il tutto assume contorni grotteschi se si pensa che non c’è più neanche un sindaco, che ad oggi è ancora sospeso, in attesa che la prossima settimana i giudici decidano sul suo futuro e sul futuro dell’intera città di Avezzano”.

È una sonora bocciatura e senza possibilità di appello quella che arriva dal consigliere comunale di Avezzano (L’Aquila) e coordinatore provinciale della Lega, Tiziano Genovesi, al primo anno di amministrazione di Gianni Di Pangrazio.

“Il sogno ‘civico’ del sindaco sospeso e dei ‘Dipaboys’ è diventato un vero incubo per gli avezzanesi e per la città, abbandonata a un destino che non merita. I temi su cui era stata improntata la campagna elettorale non hanno avuto risposta e ci si continua a nascondere dietro alle solite scuse: guarda caso ogni volta che non si riesce a portare a termine qualcosa o a mantenere una tra le centinaia di promesse fatte è sempre colpa di qualcuno o di situazioni esterne e mai dell’incapacità personale o di alcuni componenti della squadra”, spiega.

Genovesi, poi, sottolinea che uno dei più grandi problemi di questa amministrazione è la comunicazione: “Nonostante uno staff ben nutrito, il sindaco non è riuscito a programmare una conferenza stampa a sei mesi dall’elezione e, a quanto pare, neanche dopo un anno. È un problema di incapacità comunicativa o non ha niente da dire alla città? Ci si vergogna forse di dover raffazzonare qualche risultato per poter parlare di fronte ai cittadini?”.

Ma per il coordinatore provinciale del Carroccio ci sarebbero elementi ben più gravi da tenere in considerazione: “Perché un sindaco sospeso, che non ha alcuna titolarità in questo momento, trova il tempo per commentare le elezioni appena passate nella Marsica, ergendosi tra l’altro a leder civico quando nessuno lo ha insignito in questo senso, ma non trova il tempo per parlare alla sua città? Non vorrei pensare che il ‘sindaco-commentatore’ usi questa strategia per sviare l’attenzione su altri temi per non dover affrontare le sue mancanze nella città in cui è stato eletto. Di Pangrazio è il sindaco (sospeso) di Avezzano non della ‘Grande Marsica’ che tanto sogna – tuona Genovesi – Credo sia ora che si torni alla realtà”.

“Comprendo le difficoltà di dover gestire dall’esterno una maggioranza completamente dilaniata, alle prese con un rimpasto di Giunta appena concluso e uno in arrivo in pieno stile Di Pangrazio 1: il sindaco è abituato a cambiare assessori con la stessa facilità con cui si cambiano calzini. Ma scendendo nel dettaglio, mi piacerebbe sapere cosa si intende fare con piazza del Mercato per esempio, incompiuta cronica, senza tornare a puntare il dito contro le vecchie amministrazioni. Sono state fatte varianti importanti al progetto che apparentemente non hanno molto senso, quali sono i motivi? Ci guadagna la città? Io non credo”, prosegue.

Tra le promesse non mantenute, Genovesi ricorda l’annuncio del febbraio scorso: “Entro l’autunno sarebbe dovuto scattare il trasferimento del comando di Polizia locale presso il nuovo Municipio. Era stato detto che sarebbero stati eliminati i cordoli in centro della pista ciclabile. Bene, siamo di fronte alle ennesime bufale di questa amministrazione che invece è sempre molto attenta a una politica ‘degli amici degli amici’, che tesse relazioni istituzionali con i partiti che tanto sono stati denigrati in campagna elettorale e che ora servono al sindaco sospeso che altrimenti non avrebbe voce in alcun capitolo. Sì, perché dietro il falso civismo di Di Pangrazio si nasconde un modo arcaico di fare politica, rustico. E proprio da un punto di vista politico si è palesata la vera natura di questa amministrazione, o almeno di una parte di questa maggioranza che riesce ad andare avanti solo grazie a un filo sottilissimo, un equilibrio nato precario e sempre più traballante”, dichiara.

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