“Il gioco delle tre carte tentando di stravolgere la realtà dei fatti, ovvero far passare per vittima il coordinatore leghista Tiziano Genovesi, autore degli insulti, insinuazioni e offese verso il consigliere Gianluca Presutti ed alla memoria di una persona per bene che non c’è più”, sostiene Roberto Verdecchia, assessore all’ambiente del comune di Avezzano, in antitesi alle parole del trio Roberto Alfatti Appetiti, Aureliano Giffi e Giancarlo Cipollone, “si può declinare in due modi: o il meloniano, il forzista e il leghista non hanno compreso appieno la gravità di quell’attacco inqualificabile al collega Presutti, tra l’altro anche presidente della camera penale degli avvocati, oppure condividono la linea di pensiero di Genovesi ‘sposata’ dal suo mentore aquilano, Luigi D’Eramo. La libertà di pensiero è un diritto inalienabile, ma la politica degli insulti è intollerabile”.
Ciò che non è tollerabile per Verdecchia, invece, “è la logica dell’insulto e delle insinuazioni del coordinatore provinciale della Lega al quale non basta certo l’assoluzione di Appetiti, Giffi e Cipollone per evitare gli opportuni guai. La politica con la “p” maiuscola”, scandisce l’assessore, “non può accettare certe cadute di stile, mentre Genovesi e il centrodestra, invece di provare a gettarla in cagnara, si rendano conto che il tempo degli slogan è finito. Le batoste in serie rimediate nella Marsica, in Abruzzo e in Italia, iniziate col tracollo di Avezzano lo scorso anno, sono un messaggio chiaro e univoco: il tempo dei miracolati imposti dall’alto è finito e chi non lo capisce o fa finta è destinato alla sconfitta e alla subalternità e sudditanza politica”.