“Finché non c’è la bandiera a scacchi della partenza le emozioni, pure forti, sono legate ai ricordi. Nel nostro caso sono quelli, indelebili, delle precedenti partecipazioni, in particolare quella del 2012 in Sud America”.
I fratelli Tito e Silvio Totani si preparano così a correre di nuovo alla Dakar, dieci anni dopo l’impresa che li vide – unici italiani – a raggiungere il traguardo. Stavolta la sfida si svolge in Arabia Saudita, per circa 8mila chilometri, dall’1 al 14 gennaio.
Sostenuti dall’Assessorato regionale allo Sport, i due imprenditori aquilani corrono per la quarta volta a quella che è giustamente considerata come la più famosa gara automobilistica del mondo, sicuramente la più dura e suggestiva.
“Puntiamo ad arrivare al traguardo”, ammette Silvio, “la scelta dell’auto, una Nissan Patrol venduta solamente nei paesi in via di sviluppo, quindi molto più robusta di quelle che vengono commercializzate in Occidente, è legata proprio a questo obiettivo”.
“La scelta della vettura può essere casuale o può essere dettata da parametri economici, va ponderata in base ai risultati che si possono ottenere con il budget che si ha a disposizione”, spiega Tito.
“All’inizio la Parigi-Dakar si correva con vetture normali, quasi di serie e addirittura in alcuni casi a due ruote motrici, anche perché il percorso era quasi tutto su strada”, ricorda Silvio, “man, mano le cose sono cambiate e oggi si attraversano solo dune desertiche. Negli anni c’è stata una continua evoluzione, le case automobilistiche hanno investito molto creando squadre che si occupano solo di allestire auto per partecipare alla Dakar”.
Tito ricorda la partecipazione all’edizione 2012 come “una delle prove più dure”: “Correvamo con un’auto di categoria T2, quasi di serie, con pochissime modifiche, stare dietro alla competizione è stato complicato, c’erano scenari mozzafiato ma abbiamo viaggiato per giorni sopra i cinquemila metri, abbiamo visto paesaggi indimenticabili ma arrivare in fondo è stata una vera impresa. L’arrivo al centro di Lima è stato emozionante!”.
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale allo Sport, Guido Liris: “Per la prima volta l’effige della Regione sarà su una vettura che corre alla Dakar, ritengo sia un motivo di vanto per l’intera comunità abruzzese e un riconoscimento a due imprenditori che da sempre portano alto il nome dell’Abruzzo ben oltre i suoi confini”.
Quello dei Totani è uno dei pochissimi equipaggi italiani iscritti nella categoria “T1 quattro ruote motrici”; alle loro spalle il successo della Dakar 2012 in Sud America, quando furono gli unici italiani a tagliare il traguardo della terribile gara che li vide affrontare i picchi andini del Cile fino alle spiagge oceaniche del Perù.
La Dakar è uno dei rally di automobilismo e motociclismo più famosi al mondo, che prevedeva fino al 2007 la tappa finale nella capitale del Senegal, nell’Africa occidentale. È nota anche come “Parigi-Dakar” perché nelle prime edizioni il percorso iniziava appunto dalla capitale francese per terminare in quella del Senegal. In seguito, mentre l’arrivo si è mantenuto quasi sempre a Dakar, la sede di partenza ha subito diversi spostamenti dal 1995.
Alla gara partecipano autovetture, motociclette, autocarri, quad e Side by Side. I mezzi che intraprendono questa durissima gara sono dotati di Gps e si vedono rinforzare le proprie parti meccaniche per sopportare il gran caldo e le sollecitazioni.
È la terza volta che l’Arabia Saudita ospita l’evento internazionale, con il supporto della Saudi Automobile and Motorcycle Federation. La gara, dopo le verifiche amministrative e tecniche a Gedda, e dopo una breve prova speciale, denominata prologo, sabato primo gennaio, inizierà ad Ha’il e terminerà a Gedda dopo 12 tappe e circa 8.000 chilometri complessivi lungo i suggestivi canyon del deserto saudita e le scogliere nella regione di Neom, con una giornata di riposo prevista per l’8 gennaio nella capitale, Riyadh.