L’accusa è mossa dalla Procura della Repubblica di Avezzano e riguarda una presunta frode da 2 milioni e 651 mila euro totali ai danni di Asl 1 e Regione Abruzzo. Nel mirino dell’inchiesta – che ha riguardato anni che vanno dal 2016 al 2020 – tre cliniche private e convenzionate della Provincia dell’Aquila.
In base alle carte dell’accusa, la Ini di Canistro avrebbe alterato i dati dei rimborsi dovuti per prestazioni sanitarie, percependo una liquidazione erronea sempre secondo la ricostruzione dell’accusa di 2 milioni, 131 mila e 286 euro.
Nella clinica Ini gli indagati sono 5, tra legali rappresentati e direttori sanitari. Secondo l’accusa, la frode sarebbe consistita nel produrre false attestazioni circa gli interventi chirurgici alla colonna vertebrale svolti in convenzione, così da rappresentare interventi di artrodesi vertebrale, pur avendo effettuato operazioni chirurgiche di natura diversa, meno complesse. In base a queste così definite “false attestazioni”, secondo gli inquirenti, il rimborso ottenuto dalla Regione Abruzzo sarebbe stato maggiore rispetto alla somma effettiva dovuta.
L’ipotesi di reato è quella della truffa aggravata. Ai nostri microfoni il legale rappresentante di Nadia Valente, direttore de reparto di Chirurgia e di Ortopedia, indagata.