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Terzo polo, Sottanelli: “Controlli gas non saranno nelle case”

Capolista alla Camera per il Terzo Polo-Calenda: "Fondamentale intervenire sull’approvvigionamento energetico per contenere effetti del caro bolletta"

Il Piano Nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, introdotto dal Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, prevede un monitoraggio a campione su edifici pubblici e privati mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo.

“I controlli sul consumo di gas, nelle abitazioni e nei locali commerciali possono apparire intrusivi, ma giova chiarire che il monitoraggio non sarà eseguito abitazione per abitazione, ma verrà effettuato sulle reti di distribuzione gas cittadine, osservando quindi in maniera deduttiva l’effettivo consumo, non a livello di singolo utente ma in relazione all’area di appartenenza. Attività che di per sé viene già svolta per stimare la quota di gas realmente necessaria in un determinato territorio. L’accenno sul controllo a campione è riferito agli edifici pubblici, grandi locali commerciali e punti a maggior consumo. Questo spiega anche perché l’azione intrapresa dal Governo non sia stata quella di puntare ad un sistema sanzionatorio, ma altresì di sensibilizzazione dei cittadini.”

Così commenta l’On. Giulio Cesare Sottanelli, candidato capolista alla Camera per il Terzo Polo-Calenda.

È fondamentale intervenire sull’approvvigionamento energetico per contenere gli effetti del caro bolletta, attraverso l’attuazione di un piano che preveda più orizzonti temporali.

Nel breve periodo è prioritaria la stabilizzazione a livello europeo di un tetto al prezzo del gas (price cap, nd), senza dimenticare che bisogna semplificare la burocrazia per i nuovi impianti, potenziare quelli già esistenti per la produzione di gas nazionale e completare la costruzione dei rigassificatori per il gas naturale liquefatto.

Inoltre è urgente, per il settore produttivo e di trasformazione, che si intervenga sul prezzo della CO2.

Sul medio periodo l’esigenza forte è quella di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e scorporare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quella prodotta da fonti fossili.

Nel lungo periodo, infine, la necessità è quella di diversificare le fonti di approvvigionamento dell’energia, in linea con le fonti “green” stabilite dalla tassonomia europea; in modo da permettere il raggiungimento dell’obiettivo di emissioni zero entro il 2030, anno in cui il fabbisogno elettrico è stimato tra il doppio e il triplo dell’attuale consumo.

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