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Ferrovia Avezzano-Roma, Zes e tribunale “emergenze”

Lettera di Cambise, Ceglie e Mancini su emergenze territorio

Prosegue la battaglia per salvare i tribunali minori

“Sono decenni dacché il raddoppio della linea ferroviaria Pescara – Roma viene sognato da cittadini e da imprenditori abruzzesi. Quando i progetti insistono su territori già urbanizzati, l’impatto di queste grandi opere sulle comunità locali può produrre disagi, che, tuttavia, non possono diventare motivo di impedimento per la realizzazione dell’opera, o motivo per mettere in campo progetti alternativi fantasiosi, se non irrealizzabili. Le opere non vanno fatte dalla sera al mattino, ma gradualmente e nel corso di svariati anni. La ferrovia Pescara – Roma non deve essere dimenticata: occorre mettere da parte le difficoltà. Nel 2021, con un treno “Lupetto” di TUA, furono effettuate due corse prova sulla tratta ferroviaria Lanciano – Pescara – Sulmona – Avezzano – Tivoli – Roma Termini. Che fine ha fatto? Come ha ben ricordato il Commissario straordinario della ZES Abruzzo, Mauro Miccio, la nostra Regione gode di posizione strategica, anche rispetto alla longitudinale scandinavo – mediterranea”. Così in una nota Giovanni Ceglie, Aurelio Cambise, Giovanni Domenico Mancini.

“La crisi energetica ha reso il continente africano sempre più importante per la fornitura di gas via mare. I Porti abruzzesi affacciati sul Mediterraneo potrebbero essere la porta d’ingresso . Essenziali, dunque, gli investimenti di Regione, Autorità portuale e Ferrovie dello Stato, che interesseranno , oltre ai porti, anche la ferrovia Pescara – Roma, al fine di accorciare le distanze con l’altro porto nodale, Civitavecchia. Legando i porti di Pescara, di Ortona e di Vasto a quello di Civitavecchia, si andrà a valorizzare questo importante asse trasversale, dando nuovo ossigeno all’Interporto di Manoppello e all’autoporto di Avezzano, favorendo la nascita di attività produttive anche nelle aree interne, che, negli ultimi vent’anni, hanno sofferto un forte spopolamento. Basti pensare, per quanto riguarda l’autoporto di Avezzano, che i principali collegamenti riguardano la linea ferroviaria Pescara – Avezzano – Roma, l’autostrada A24 e A25, la Superstrada del Liri e la ferrovia Avezzano – Sora – Roccasecca – Cassino. Se in futuro si adeguerà, per il trasporto delle persone e delle merci, anche la linea ferroviaria Avezzano – Sora – Roccasecca – Cassino, dal porto di Napoli le merci potranno raggiungere la Marsica e proseguire verso i Balcani, riallacciandosi alla tratta Roma – Pescara. L’Abruzzo e la Marsica, in tal modo, potrebbero guardare al porto di Civitavecchia, ma anche a quello di Napoli. L’autoporto di Avezzano, in momenti di emergenza (Terremoto di L’Aquila del 2009, terremoto del Centro Italia del 2016, pandemia, crisi afghana e guerra in Ucraina) è servito come base operativa per la Croce Rossa e per la Protezione Civile, ma è stato progettato per altri scopi; dunque, si inizi ad utilizzarlo come un vero centro smistamento merci a servizio dell’agricoltura. La ZES Abruzzo è davvero una occasione da non perdere, dove il potenziamento delle infrastrutture portuali e ferroviarie consentirà di creare una grande e moderna piattaforma di scambi e di produzione al centro del Mediterraneo, collegata al resto dell’Europa attraverso i corridoi ad alta velocità TEN-T. Come ultima possibilità, per quanto riguarda la salvaguardia dei cosiddetti Tribunali minori d’Abruzzo, si potrà anche lavorare sull’ipotesi di un eventuale accorpamento del Tribunale di Avezzano con quello di Sulmona e del Tribunale di Lanciano con quello di Vasto. Creare continuamente opere pubbliche, adeguare quelle già esistenti, senza scegliere la via facile della dismissione, significa restituire sicurezza, tranquillità e dignità a tutti i cittadini. Si continua a parlare di tagli nello stesso momento in cui l’Europa vuole il mantenimento dei servizi di prossimità e non fa mancare aiuti economici che non sappiamo sfruttare con progetti validi. Basta con le promesse, la Marsica ha bisogno di azioni concrete e lungimiranti. A questo punto ci si chiede: ”Conviene ancora rimanere in Abruzzo e in provincia di L’Aquila?”. Non abbandoniamo dunque e non lasciamo morire un territorio come la Marsica e tutto l’Abruzzo pieno di risorse e di volontà di progredire”.

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Redazione IMN