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Carenza farmaci, Aifa: “No allarmismi”

La precisazione dell'Agenzia italiana del farmaco: "La situazione è sotto controllo"

Se un farmaco non è disponibile in farmacia ed è inserito nella lista dei farmaci carenti il medico può individuare un equivalente o una alternativa terapeutica da prescrivere. È un momento imprescindibile per trovare la soluzione migliore. Il medico infatti nel caso di situazioni specifiche potrebbe anche richiedere l’importazione del medicinale carente attivando i canali previsti in questi casi”.

Lo spiega l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in un post dedicato a questo tema, invitando a “non allarmarsi quando leggiamo che c’è carenza di un farmaco perché i pazienti nel timore di non trovare un prodotto ne fanno scorta generando così la cosiddetta carenza di rimbalzo, facendoli mancare davvero”.

L’Agenzia sottolinea inoltre che tiene “sotto controllo costantemente la reperibilità dei medicinali, in particolare di quelli indispensabili per la cura di determinate patologie”; accerta se la carenza “è nazionale o locale e in tal caso attiva la Regione o la Provincia autonoma”; poi valuta “l’entità della carenza, verifica se è periodica o ricorrente, cronica o nuova e controlla anche la disponiilità di prodotti analoghi sul mercato italiano o estero”.

La lista dei farmaci carenti viene pubblicata sul suo sito e sono “previste sempre soluzioni per i pazienti” pubblicate nello stesso elenco dei farmaci carenti. Solo “strutture sanitarie e servizi di farmacia territoriale convenzionati col Ssn possono chiedere ad Aifa di dare il via libera all’importazione dei medicinali analoghi a quelli carenti regolarmente registrati all’estero”, spiega ancora il podcast.

“Se il farmaco non è presente nell’elenco dei farmaci carenti – aggiunge – il farmacista contatta almeno tre grossisti tra quelli a disposizione nel suo territorio per verificare la reale indisponibilità ed eventualmente utilizzare i contatti messi a disposizione per le richieste in emergenza”.
Per l’Aifa, infine, è importante informarsi “da fonti qualificate” perché le “informazioni imprecise rischiano di generare confusione” e la cosiddetta “carenza di rimbalzo”.

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