È un quadro in chiaroscuro quello che emerge dall’ultima seduta della commissione d’inchiesta sull’Emergenza idrica della Regione Abruzzo, presieduta da Sara Marcozzi.
Se da un lato infatti sono stati evidenziati segnali di miglioramento per il Consorzio acquedottistico marsicano (Cam), dall’altro si continuano a registrare criticità e il Cam resta al momento la società abruzzese con la tariffa più elevata.
Il tavolo ha affrontato in particolare il costo dell’energia (suddiviso in costo di produzione e costo delle materie prime), con i relativi aumenti. Per quanto riguarda il Cam, nonostante la spesa sia più che raddoppiata negli ultimi tre anni, la spesa prevista per il 2023 è pari a 15 milioni di euro, 5 in meno rispetto al 2022, quando la spesa è stata di 20 milioni di euro. I numeri restano comunque molto elevati, basti pensare che la spesa nel 2019 è stata di appena 7 milioni di euro.
Le previsioni per l’anno in corso risultano tuttavia positive, poiché il costo stimato è di 15 milioni a fronte però di un fatturato di 31 milioni di euro. Altro dato considerato fondamentale, soprattutto alla luce delle difficoltà riscontrate negli anni passati, è la totale assenza di nuovi debiti.
Dal tavolo infine è emerso che la società marsicana è riuscita a pagare tutta la rata di privilegio del concordato, facendo fronte a quella del 2022.
I gruppi di opposizione in Consiglio regionale, in particolare il Movimento cinque stelle, da sempre sostengono l’idea di un “gestore unico”, in modo da ottimizzare le risorse e razionalizzare allo stesso tempo le spese, dando una risposta univoca ai diversi territori abruzzesi.
In questo senso il consigliere regionale del M5S Giorgio Fedele ha sottolineato che “la principale criticità del sistema idrico abruzzese è quella di un’eccessiva frammentazione delle società che erogano il servizio, che prese da sole hanno una capacità economica diversa rispetto ad una sola realtà. Non tutti i cittadini abruzzesi possono usufruire del servizio idrico con la stessa qualità e gli stessi costi. Il Cam ne è un esempio, poiché ha la tariffa più alta di tutte”.
“Ragionare su un’integrazione che vada a razionalizzare il numero dei gestori, sarebbe un vantaggio per l’utenza, perché ad oggi il cittadino servito dal Cam paga l’acqua molto di più rispetto ad un pescarese che viene servito da Aca. Ci sono troppe differenze in una regione piccola, con poco più di 1 milione e 200 mila abitanti, dove i gestori più grossi possono erogare un servizio che al cittadino costa meno. Sei gestori – conclude Fedele – sono troppi”.
Il pentastellato si dice tuttavia “soddisfatto per i risultati portati da questa nuova dirigenza, perché c’è stato un incremento del fatturato e si sono potuti rispettare tutti gli impegni presi”.
A.C.P – LMM