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Sulmona: attesa per “La Madonna che scappa”

Alle 12.00 un rito che radici secolari

Grande attesa per un’antica tradizione che si rinnova ogni anno a Sulmona, “La Madonna che scappa”, le sue radici risalgono al 1600 e coinvolge tutti i residenti, ma soprattutto tantissimi turisti che arrivano in città proprio per assistere a questo rito straordinario. La statua della Madonna si trova nella Chiesa di San Filippo, i membri della Confraternita della Madonna di Loreto, vestiti di verde, arrivano portando lo stendardo, i lampioncini e le statue di San Pietro e San Giovanni, incaricati di annunciare a Maria la resurrezione del figlio, a cui, secondo la tradizione, lei non crede. Per primo si fa avanti Giovanni, ma il portone resta chiuso. Dunque tocca a Pietro, che però non ha successo. Infine ritenta Giovanni che convince la Madonna a uscire. Così la statua della Madonna sfila, lentamente e nel più assoluto silenzio, al centro della piazza gremita all’inverosimile, vestita a lutto, ancora incredula; poi scorge Cristo risorto sotto uno degli archi dell’Acquedotto Svevo ed è allora che comincia la corsa per ricongiungersi al figlio. Durante la corsa della statua, portata in spalla dai confratelli, il manto nero della Madonna si trasforma, lasciando il posto a quello verde. Dalla sua mano, che inizialmente regge un fazzoletto con cui asciugare le lacrime, spunta una rosa. Nello stesso momento 12 colombe bianche si alzano in volo, partono i fuochi d’artificio e la folla esplode in un applauso. Si fa molta attenzione al mantello della Madonna, se cade e tutto procede come deve è di buon auspicio e la folla esplode in un gioioso applauso.
Umberto Ramunno, Giuseppe Rapone, Guido Cirstensiense e Giampaolo Luogo, sono i quattro confratelli lauretani estratti per la sacra rappresentazione della “Madonna che scappa in piazza” e saranno guidati da Andrea Rapone.
Il sorteggio, come da tradizione, si è tenuto nella Chiesa di Santa Lucia nel giorno del lunedì santo.
Sono attese 10 mila persone in Piazza Garibaldi per assistere al rito, su cui vigileranno donne e uomini delle Forze dell’Ordine e di molte associazioni di volontariato cittadine.

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