In occasione della celebrazione del primo maggio, ci troviamo a riflettere su un tema cruciale: il progressivo svuotamento della cultura del lavoro e dell’economia sociale. Questi elementi hanno rappresentato da sempre i fondamenti dello stato sociale e democratico del nostro paese, a partire dal primo dopoguerra.
Noi, uomini e donne del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) della provincia di L’Aquila, esprimiamo la nostra forte preoccupazione per questa deriva. Come ricordato dal compianto Papa Francesco, la causa principale di questo fenomeno è un’economia dell’esclusione, che negando il lavoro a molte persone, sottrae loro la possibilità di appartenenza a una comunità sociale.
Il lavoro, una volta considerato la “chiave essenziale” della questione sociale, ora spesso si traduce in occupazione povera, incapace di garantire dignità e stabilità. È fondamentale, dunque, promuovere un nuovo umanesimo del lavoro, in cui l’essere umano venga posto al centro, e l’economia diventi un mezzo al servizio della persona e non viceversa.
Viviamo in un’epoca in cui il lavoro è frequentemente soggetto a sfruttamento. È un’azione condivisa, che non solo offre opportunità di sostentamento, ma anche di interazione sociale, fondamentale per intrecciare relazioni e costruire comunità coese. Sebbene i dati del mercato del lavoro mostrino un aumento del tasso di occupazione e una diminuzione della disoccupazione, rimane urgente un impegno verso il miglioramento della qualità del lavoro stesso.
Il MCL, insieme alle altre organizzazioni, si impegna a lottare per un lavoro dignitoso, legale e sicuro. È un nostro dovere promuovere una cultura del lavoro che rispetti e valorizzi ogni persona, contribuendo così a un futuro più giusto e umano.
Il Presidente,
Marco Boleo
Comunicato stampa
