Le note hanno riecheggiato tra le mura della suggestiva Abbazia di San Pietro ad Oratorium di Capestrano (L’Aquila) fino a qualche ora fa. Così si è concluso il concerto del sassofonista e direttore artistico Dimitri Grechi Espinoza che ha inaugurato la prima edizione del festival jazz “A love supreme – Capestrano incontri jazz”.
Un festival impreziosito dalla presenza di un artista capace di coniugare armonia musicale e spiritualità, tracciando un più ampio progetto professionale, chiamato Oreb, che ha individuato luoghi adatti dove esibirsi con l’ausilio di un riverbero naturale, al fine di stimolare l’orecchio dell’ascoltatore alla componente emotiva.
Oreb, prodotto da Ponderosa Music & art, è stato eseguito nell’agosto 2022 all’interno della Cisterna Romana degli scavi archeologici Enrico Fiumi di Volterra, nell’ambito del festival “Volterra XXII Ri/generazione Umana”, ed è composto da tre dischi: Angel’s Blows, registrato nel Battistero di San Giovanni a Pisa nel 2014; Recreatio, del 2016 e registrato a Livorno nel Cisternino di Pian Rota; infine, per The spiritual way si torna al Battistero di San Giovanni a Pisa nel 2019.
Alla mappa dei luoghi prediletti dell’artista, dunque, si aggiunge il borgo di Capestrano che ha saputo accogliere e apprezzare la sua musica, caratterizzata dal forte impatto intimo e dal rapporto originario con l’esperienza del sacro.
L’intera associazione culturale Maks, promotrice dell’evento, e Nicola Capriati, ideatore del festival e conoscitore della musica, continueranno a dedicarsi alle future edizioni e alle altre iniziative in ambito artistico-culturale ospitate nel loro spazio multidisciplinare La Dama di Capestrano.
Dimitri Grechi Espinoza è nato a Mosca nel 1965 e fin dalla giovane età si avvicina alla musica jazz e allo studio del sax. La sua musica è contaminata dalle culture dell’est Europa, ma anche dalla tradizione jazzistica italiana e americana.
Nel 2000 fonda il gruppo di ricerca musicale Dinamitri Jazz Folklore ed inizia una collaborazione con la compagnia congolese Yela wa per una ricerca sulla tradizione della musica di guarigione Kongo. Il collettivo raggiunge il secondo posto come Miglior gruppo italiano nella classifica della rivista Musica Jazz nel 2014.
Parallelamente, porta avanti anche la sua carriera da solista nel progetto Oreb in cui unisce due grandi passioni: lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono con l’obiettivo di riscoprire lo spazio sonoro dei luoghi sacri.