Lo scorso 6 giugno la testata online QS – quotidianosanità.it ha pubblicato la nona edizione delle “Perfomance regionali” una analisi che valuta in maniera complessa la situazione dei sistemi sanitari regionali su 5 parametri: equità sociale, esiti, appropriatezza, innovazione e assetto economico-finanziario.
La classifica finale relativa ai dati di fine 2021 è frutto della media dei giudizi di un Panel composto da Utenti, Professionisti, Manager aziendali, Industria medicale e Sindaci, in ossequio all’inscindibile rapporto tra Sanità e Sociale e al ruolo che spetta ai Comuni nell’attuazione del PNRR.
Le Regioni in cui la popolazione ha le maggiori opportunità di tutela della propria salute sono le Province autonome di Bolzano e Trento, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. L’Abruzzo è al terzultimo posto.
Le sei realtà migliori hanno una performance valutata tra il 48% ed il 61% del massimo ottenibile: se ne desume che le aspettative del Panel sono che le performance attuali possano essere ancora significativamente migliorate. Altre 7 Regioni hanno livelli di performance abbastanza omogenei, ma inferiori.
Seguono altre 7 Regioni, Sardegna, Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania, Abruzzo, Molise e Calabria dove la performance si attesta al 28-36%.
La performance è per sua natura dinamica: i vari soggetti valutano in modo diverso i singoli parametri.
Per gli utenti, dunque per i cittadini che sono i destinatari primari del sistema, l’aspetto Sociale e gli Esiti delle prestazioni sono le dimensioni chiave: con il 42,3% e il 34,3% e questo indica la preoccupazione per l’impatto della pandemia del Covid sulle disuguaglianze.
L’analisi conferma che rimane pressoché costante la composizione del gruppo di Regioni che, anno dopo anno, sono nell’area dell’eccellenza; come quella delle Regioni (tutte meridionali) che purtroppo rimangono nell’area intermedia e critica. In conclusione, la nuova crescita di importanza della Dimensione Sociale ed Esiti, sembra indicare una maggiore consapevolezza, probabilmente rafforzatasi durante la fase dell’emergenza, di dover garantire l’equità di accesso a livello regionale, tutelando quindi la natura del servizio sanitario italiano.
Il quadro che emerge è drammatico perché in questi anni si registra un peggioramento del sistema sanitario abruzzese, l’aumento del debito sanitario senza che la spesa migliori i servizi e le prestazioni e soprattutto il progetto di Autonomia differenziata cristallizzerà queste diseguaglianze. E nonostante gli sforzi generosi di tanti medici e infermieri, la sanità abruzzese sarà ancora più povera, inefficiente e debole. Col risultato che chi può andrà a curarsi in ospedali dove le prestazioni e i servizi sono migliori e la povera gente dovrà arrangiarsi come può.