Bandiere, volantini, cartelli con scritto “Salviamo la sanità pubblica”.
Centinaia di persone si sono ritrovate all’Aquila davanti alla sede della Direzione generale della Asl, a poche settimane da un altro sit in a difesa dei nuclei di cure primarie.
La mobilitazione “La sanità pubblica si difende” propone una “visione della sanità pubblica di qualità, universale, gratuita e di prossimità, per tutti – recita il documento programmatico – Un sistema che deve tenere insieme tutela dei diritti dei lavoratori, vera integrazione tra ospedale e territorio, aumento della spesa per il personale, con il definitivo superamento dei tetti di spesa, programmazione dei necessari investimenti in tecnologia”.
Nel documento si chiedono “riduzione e azzeramento delle inaccettabili liste d’attesa, che nei fatti limitano il diritto alla prevenzione e alla cura ampliando le disuguaglianze già drammaticamente presenti nella società, così come la sostituzione dei medici dei nuclei di cure primarie garantendo continuità assistenziale e occupazionale”.
Si propone anche il superamento della carenza di personale attraverso procedure concorsuali, scorrimento graduatorie, stabilizzazione, reinternalizzazione dei servizi afferenti al sistema sanitario, potenziamento della medicina territoriale e rafforzamento delle attività ospedaliere. Tra le priorità potenziare la rete dei servizi di emergenza e urgenza, lavorare sulle Case di comunità e rivitalizzare e qualificare i consultori.
Si suggeriscono “maggiori investimenti in prevenzione e cura della salute mentale e l’operatività della consulta regionale”, “il coinvolgimento, la trasparenza e la partecipazione nelle scelte strategiche del sistema sanitario provinciale”.
La manifestazione è supportata da Cgil L’Aquila, Federazione italiana dei medici di medicina generale, sindacato dei Medici italiani, Sindacato nazionale autonomo medici italiani, 180 Amici L’Aquila, Unasam, Cittadinanzattiva L’Aquila, Tribunale per i diritti del malato Abruzzo, Anpi, Arci, Auser, Udu, associazione Donatella Tellini-Centro Antiviolenza e Biblioteca delle Donne, associazione Donne TerreMutate, Comitato promotore “Salviamo i Nuclei di Cure Primarie”.