“Gli abruzzesi pagheranno anche l’illegittimo licenziamento del manager della Asl 1 dell’Aquila Roberto Testa che Marsilio ha portato avanti nonostante sapesse che sarebbe stata una causa persa e costosa per la Regione, pur di liberare una poltrona da occupare con nomenclatura propria. Lo sapeva, perché questa sentenza è la terza batosta per la Giunta regionale che nel 2019 ha mandato a casa il Dg della Asl di Pescara Armando Mancini, vedendosi definire illegittimo il provvedimento dalla sentenza scaturita dal ricorso di questi; un anno dopo è stata la volta del direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Alfonso Mascitelli, a casa pure lui illegittimamente, come un’altra sentenza ha stabilito; poi Testa, con la decisione che oggi dà ragione anche a lui e torto alla Regione. Illegittimi i licenziamenti e tali anche le nomine dei successori, come abbiamo ogni volta denunciato, rimanendo inascoltati. Ingiusto è che a pagare la fame di poltrone con cui questa maggioranza gestisce il potere da quattro anni e mezzo, saranno i cittadini abruzzesi che dalla sanità dovrebbero avere ben altri servizi”, durissimo il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci alla notizia della decisione del Tribunale dell’Aquila sulla revoca del manager.
“Forzature evidenti, portate avanti nonostante l’esecutivo fosse consapevole, per esserci già passato, che avrebbero generato contenziosi e sentenze a favore dei rimossi – incalza Paolucci – È una giunta che lavora nella totale illegittimità, anzi, che ne fa duna consuetudine, un segno distintivo, come dimostrano le delibere che hanno revocato i direttori generali delle Asl 1 e 3 e del direttore dell’Asr emesse nell’arco di solo due anni. L’intera sanità abruzzese piegata alla fame di nomine e illegittimità, mentre affoga nei debiti, nelle liste di attesa, nella fuga di pazienti verso lidi dove sia garantito un diritto di cura con tempi e qualità migliori di quelli abruzzesi. A dirlo non è la politica, ma la giustizia che definisce assolutamente insussistenti le motivazioni poste alla base del provvedimento amministrativo con cui anche Testa è stato liquidato, com’era successo ai suoi due autorevoli colleghi. Una materia che auspico attivi la Corte dei Conti: la Giunta ha sbagliato e perseverato nell’errore, questo costo non possono pagarlo gli abruzzesi.”