La Segreteria provinciale del Siulp dell’Aquila torna a lanciare l’allarme sulla carenza di personale nella Polizia di Stato nella provincia, parlando di “livelli insostenibili, con conseguenze dirette e pericolose sulla sicurezza dei cittadini”. La notizia è stata pubblicata anche dall’Ansa Abruzzo.
Nel comunicato, il sindacato evidenzia che l’ultimo piano di mobilità nazionale prevede “appena 10 agenti da assegnare alla provincia dell’Aquila – nessuno al Commissariato di Avezzano e nessuno al Commissariato di Sulmona – a fronte di 43 poliziotti che andranno in pensione nel solo anno 2025″.
Un saldo negativo che “si inserisce in una ormai nota tendenza drammatica: dal 2022 al 2026 i pensionamenti in provincia supereranno le 250 unità”.
Il Siulp denuncia che “grande è lo sforzo per mettere una sola Volante su strada” e che “sono sempre meno i poliziotti specializzati nelle sale Operative che coordinano le attività operative degli equipaggi”.
In particolare, i Commissariati di Avezzano e Sulmona “versano in condizioni allarmanti, al punto di mettere a serio rischio i servizi minimi essenziali”. Il sindacato ricorda di aver “ampiamente previsto e denunciato” la situazione già nel 2023, in occasione “dell’elevazione della Questura dell’Aquila in prima fascia”, esprimendo “forti dubbi circa l’effettiva sostenibilità di tale operazione, proprio a causa della scarsità di risorse umane disponibili”. Secondo il Siulp, “la politica preferì intestarsi meriti non suoi”, annunciando “grandi flussi di poliziotti verso il capoluogo abruzzese”, che si sono rivelati “vuoti e ingannevoli”.
Il Siulp chiede ora “un’inversione di rotta immediata, a partire da un piano straordinario di assegnazioni per colmare il gap che si è creato negli ultimi anni e garantire la presenza delle forze dell’ordine in modo capillare sul territorio. Se non si interverrà con urgenza – conclude la nota – le città di L’Aquila, Avezzano e Sulmona saranno realmente a forte rischio sicurezza. Le forze di polizia non possono più essere lasciate sole, e i cittadini non possono pagare il prezzo dell’inefficienza di chi, pur avvisato, ha scelto di non ascoltare”.