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Tre suore di Tagliacozzo chiedono di pregare per Messina Denaro

Sono arrivate ieri all’obitorio prima dell’autopsia, ma non sono riuscite ad entrare perché bloccate dalla polizia. Hanno dichiarato al Corriere della Sera: "Sappiamo chi era, ma ogni anima ha diritto ad essere salvata".

Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, sono arrivate nella mattinata di ieri intorno alle 11 all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per una visita medica. Al Corriere della sera, però, così come riportato sul quotidiano nazionale, hanno confessato “di aver fatto una deviazione, prima di dirigersi verso l’uscita del nosocomio”.

«Siamo passate all’obitorio — racconta Madre Donatella —. Sapevamo che c’era la salma di Matteo Messina Denaro e volevamo pregare per lui, malgrado tutto. La polizia però non ci ha fatto entrare».

Le tre monache non hanno potuto effettuare l’accesso, bloccate dalla polizia, perché proprio ieri era in programma l’autopsia sul corpo dell’ultimo stragista di Cosa nostra. Come si legge sul pezzo a firma di Fabrizio Caccia, avevano chiesto un permesso al vescovo per uscire dal Monastero per recarsi all’Ospedale.

«Sì è vero, volevamo pregare davanti alla salma — conferma suor Emanuela, la più minuta delle tre, nata ad Ascoli —. Sappiamo benissimo chi è stato e i reati che ha commesso ma è pur sempre un figlio di Dio».

«Gli è stato negato il funerale religioso, va bene — conclude Suor Teresa Benedetta, di Roma, con il velo bianco rispetto alle altre due —. Ma ricordatevi che ogni anima ha diritto ad essere salvata».

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