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L’Aquila, “Il pasticcio di Piazza d’Armi”

La denuncia della Minoranza compatta: "Passano gli anni e l’unica cosa che sono in grado di fare è prendere i soldi destinati a questo progetto per fare altro: una prassi consolidata che intendiamo denunciare ad ogni livello".

Nel 2009 la Giunta Cialente acquisì l’area dopo una lunga ed impegnativa trattativa con il ministero della Difesa, nel 2010 il Consiglio comunale su proposta dell’ex assessore Piero Di Stefano, approva il Master plan per realizzare un grande Progetto di Parco urbano, con parcheggi interrati, teatro per 1000 posti, spazi verdi, biblioteca, bar e altri servizi per creare un polmone verde con una funzione sociale e culturale a cerniera tra la città e la periferia ovest. Coinvolte associazioni, circoscrizione, acquisite raccolte di firme di comitati civici”.

Così, nella conferenza stampa aperta ieri dall’on Stefania Pezzopane, sono intervenuti i consiglieri comunali Paolo Romano, Alessandro Tomassoni, Simona Giannangeli e Lorenzo Rotellini per conto di tutte le opposizioni unite.

“Purtroppo – dice la Minoranza – rileviamo che la giunta Biondi pensa alla zona ovest solo per i centri commerciali. E mentre aspettiamo da 2 mesi la risposta alla interrogazione sullo stato dell’arte del Parco di Piazza D’Armi, presentata dalla consigliera Stefania Pezzopane e sottoscritta da tutte le opposizioni, è spuntata una determina datata 27/9/2023 Dirigente Arch. Roberto Evangelisti. La determina, senza un atto di indirizzo della giunta, si sostituisce indebitamente al consiglio comunale, cambiando il progetto definitivo e quota parte del plafond finanziario, scelte comprese nel Masterplan ratificato dal Consiglio comunale. La determina di Evangelisti, infatti:

1) priva il progetto di 3 milioni per finalizzarli ad altro progetto non indicato nell’atto; nella determina si riporta che la Fondazione Abruzzo Australia che ha donato nel post terremoto i 3 milioni di euro al Comune dell’Aquila avrebbe “espresso la volontà“ di destinare le risorse ad altro intervento, forse stufi di aspettare anni per veder iniziare i lavori;
2) cambia il progetto definitivo nella scelta dei parcheggi che da interrati diventano a raso, occupando lo spazio dedicato al verde e agli spazi comunitari mentre il teatro diventa auditorium con altri radicali mutamenti che ne diminuiscono l’importo e la fruibilità;
3) assegna al Rup la possibilità di dare un nuovo incarico professionale con affidamento diretto di altri 140.000 per la redazione del PFTE”.

“Inoltre Evangelisti ricorda nella determina che è stato rescisso il contratto – giustamente, ma con un ritardo di 5 anni, aggiungiamo noi – perché il progetto esecutivo non era conforme al definitivo. Ci chiediamo allora perché lo stesso dirigente non abbia proceduto alla rescissione contrattuale anche per il ponte di Belvedere, dove c’è la stessa identica situazione. 2 pesi e 2 misure ? E se l’impresa Rialto dovesse appellarsi a questa contraddittoria procedura? Porteremo immediatamente la situazione in commissione di garanzia mentre con l’interrogazione intendiamo chiedere chiarezza e riportare questo progetto al centro del dibattito cittadino”, questa la conclusione.

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Redazione IMN