Atre anni dalla scomparsa della broker abruzzese sopravvissuta all’attentato dell’11 settembre 2001, per il 24esimo anniversario della strage che ha cambiato il mondo, Gina Lippis viene ricordata dal fratello Gaetano, che dopo 56 anni a New York ha deciso di tornare a vivere dove tutto è cominciato: a Taranta Peligna, borgo da poco meno di 300 abitanti in provincia di Chieti. “Gina aveva un grande cervello – racconta all’ANSA -. La penso ogni giorno, rivivo il suo racconto di quelle ore e il nostro abbraccio in mezzo alla calca: gente distrutta, lacerata, coperta di cenere e detriti. Ma quello che provo ogni 11 settembre è inspiegabile”.
Broker di successo a Manhattan, partita dall’Italia senza nemmeno la terza media, Gina quel giorno era al lavoro al 46° piano della Torre Nord. “Quel martedì mattina era bellissimo.
Avevo appena saputo che mia moglie era incinta, il cielo era limpido, la stavo accompagnando al lavoro – riprende Gaetano -.
Poi sirene ovunque, ambulanze, polizia, pompieri. Quando accesi la tv dai miei genitori, vidi le immagini dello schianto. Tutti sapevamo che Gina era lì. Dopo il crollo, pensai fosse morta.
Alle cinque del pomeriggio squillò il telefono. Mi aspettavo la notizia della sua scomparsa, invece era lei: ‘Passa a prendermi’. Era in stato di shock, impassibile. Mi ha abbracciato e ha sussurrato: ‘Non hai idea di quello che ho vissuto'”. Si salvò per miracolo e visse il resto della sua vita cercando di superare quel trauma. Per mesi fu tormentata da incubi, scatti di paura e senso di colpa: “Proprio io sono sopravvissuta. Io che non ho marito né figli – le sue parole -.
Ho visto resti umani ovunque: gambe, mani spezzate, gente che si lanciava nel vuoto cercando di afferrare l’aria”.
Emigrata con la famiglia da Taranta Peligna nel 1966, Gina visse a lungo nel quartiere di Astoria, nel Queens. “Avevo 10 anni quando nel ’69 raggiunsi Gina e il resto della famiglia.
Passai da un paese di 800 abitanti a una città da 8 milioni”, ricorda Gaetano. Poi li raggiunse anche la nonna 99enne, soprannominata in paese ‘La Gioia’. “La notizia della quasi centenaria in volo per emigrare nel Nuovo Mondo destò scalpore – ricorda -. All’atterraggio a New York fu accolta come una regina, con mazzi di fiori, autorità e la stampa. Ho ancora i ritagli di giornale”.
Gina, dopo l’11 settembre, non fu più la stessa. Morì nel 2022 per le complicazioni dovute a un ictus al New York Hospital. Gaetano, oggi in pensione dopo una lunga carriera nel settore automobilistico tra diplomatici e celebrità (“tra i miei clienti anche la principessa Carolina”), ha deciso di tornare in Abruzzo. Ora vive nella casa dei suoi sogni, con una terrazza affacciata sulla Majella, circondato da foto di Manhattan e della sorella. Per la sua scelta in controtendenza rispetto allo spopolamento, il sindaco di Taranta Peligna, Francesco Piccone, gli ha consegnato una targa. “Avevo 10 anni l’11 settembre, la stessa età che Gaetano aveva quando emigrò – afferma il primo cittadino -. Ricordo bene la paura di quella mattina. Sapere che una nostra concittadina si era salvata fu una gioia. Oggi siamo fieri del ritorno di Gaetano: un messaggio forte per i giovani, affinché non dimentichino le proprie radici”.
