Il progetto nasce con un obiettivo chiaro, quello di offrire a tutti i ragazzi che amano il rugby la possibilità di continuare a praticarlo anche al termine del percorso giovanile, senza rinunciare al piacere del campo e del gruppo.
La formazione sarà composta da atleti locali che hanno già vestito la maglia dell’Avezzano nelle stagioni passate e che, per impegni lavorativi o di studio, non riescono a garantire la costanza di allenamenti richiesta dalla serie A1. Nella prima fase, la cadetta affronterà un campionato regionale, mentre nella seconda parte della stagione si misurerà in un girone interregionale, portando così i colori gialloneri anche oltre i confini abruzzesi.
La società sottolinea con orgoglio il valore di questa iniziativa: “Per noi si tratta di un ulteriore impegno organizzativo che affrontiamo con grande entusiasmo. Vogliamo che questi ragazzi restino all’interno del nostro club e continuino a divertirsi giocando a rugby. Siamo convinti che sarà uno step importante di crescita, non solo per i giocatori, ma per tutta la società”.
Referente del progetto è stato il consigliere Davide Venditti, che ha fortemente creduto nella nascita della squadra cadetta, mentre la guida tecnica è affidata a Luca Di Giulio, pronto a trasmettere passione ed esperienza al nuovo gruppo. Con questo nuovo capitolo, l’Isweb Avezzano Rugby ribadisce la propria missione: fare del rugby un punto di riferimento sportivo e umano per la città e per il territorio.
Così il tecnico Luca Di Giulio: “Sono giorni di grande fermento ed eccitazione per questa nuova sfida che, fra le altre cose, riporta nel club tanti ragazzi che hanno indossato la nostra maglia nelle giovanili e che qui hanno coltivato e visto crescere il loro amore per questo sport. Assieme a Lamberto Ranalletta, responsabile e anima di questo progetto, porteremo avanti la squadra cadetta che il club ci ha affidato con grande fiducia e senso di responsabilità. Basta vivere gli allenamenti per capire quanto siamo carichi. Tutti si sono messi a disposizione e ora ci prepariamo a scendere in campo. Sappiamo che c’è tanto da lavorare e non siamo assolutamente spaventati da ciò, anzi, basta vivere gli allenamenti per capire quanto siamo carichi. Non vediamo l’ora di iniziare”