“La sentenza della Corte dei Conti che ha visto condannati Filippo Piccone e l’attuale sindaco Settimio Santilli è solo la minima parte delle vicende che continuano a segnare la vita amministrativa del Comune: il danno accertato è solo una goccia nel mare degli sprechi di denaro pubblico a Celano, la richiesta risarcitoria è la conferma di un metodo fondato su sprechi e scelte che gravano sulle tasche dei cittadini”.
Questo il commento del circolo del Pd di Celano:
“La vicenda giudiziaria è chiara e inequivocabile: ci sono comportamenti che hanno danneggiato il Comune, con responsabilità precise a carico di Settimio Santilli. Dichiarare, ‘oggi, più di ieri, rifaremmo la stessa scelta politica e con ancora più convinzione, perché lo ritenevamo e lo riteniamo giusto’, dopo una condanna della Corte dei Conti, rappresenta non solo una rivendicazione di impunità, ma anche la potenziale reiterazione di quegli stessi errori, costituendo una ulteriore offesa alle istituzioni e ai cittadini”.
“Quando un amministratore pubblico si vanta di scelte che hanno causato danni erariali, non mostra coraggio, ma arroganza. È l’espressione di una cultura politica che considera legalità e trasparenza, variabili sacrificabili in nome del potere personale”.
“Gli sprechi accertati dalla magistratura contabile non sono un caso isolato. Altre vicende che sollevano forti dubbi sono riscontrabili sulla scuola ‘Beato Tommaso’, costata 8,5 milioni di euro che oggi, nonostante continue e costose manutenzioni, è stata declassata sul piano della sicurezza e della capienza e per lungo tempo ha operato senza certificati antincendio e di agibilità. La tribuna dello stadio di via La Torre è poi emblematica: chiusa da 2.400 giorni, con lavori che vanno avanti da sei anni e sette mesi, un intervento di manutenzione che doveva costare poche centinaia di migliaia di euro è arrivato a superare i 3,5 milioni solo per la copertura. A ciò si aggiungono ulteriori 300.000 euro spesi per recuperare lo stato di abbandono in cui versa l’intera struttura”.
“Non possiamo non citare il ripetuto ricorso agli affidamenti diretti che riducono la trasparenza e favoriscono pratiche poco concorrenziali o anche i ripetuti affidamenti esterni: una abitudine che solleva interrogativi sull’economicità della gestione amministrativa. Merita inoltre di essere citato il famoso ‘lodo Italgas’, causa persa dal Comune con conseguente esborso di oltre 2milioni di euro o i decreti ingiuntivi promossi dalle ditte creditrici, che hanno costretto l’Ente a pagare avvocati e interessi oltre al dovuto.
“I cittadini di Celano hanno il diritto di sapere come vengono spesi i loro soldi e hanno il diritto di pretendere un’amministrazione fondata su legalità, sobrietà e responsabilità. Oggi invece assistiamo a un sindaco che, pur condannato dalla magistratura contabile e con altri procedimenti in corso, non solo non si assume le proprie responsabilità, ma rivendica quegli stessi atti come se fossero un modello da seguire”.
Comunicato stampa