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Dogane, L’Aquila declassata

I consiglieri di opposizione: " Fratelli d’Italia e il Sindaco immobili mentre la città perde un presidio strategico"

L’Aquila sta pagando sulla propria pelle la totale incapacità sulle politiche del lavoro di chi la governa. Mentre i sindacati e i lavoratori lanciano l’allarme da mesi su vertenze lavorative che dovrebbero preoccupare la politica, la città viene lasciata sola, tradita dai suoi stessi amministratori. A novembre diventerà effettiva anche la riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che sancirà il declassamento dell’Aquila, unico capoluogo di Regione d’Italia a perdere l’Ufficio dirigenziale a favore di Pescara. Non solo, ci sarà una significativa riduzione anche delle posizioni organizzative sul territorio aquilano (da cinque a tre) mentre la città adriatica arriverà ad ottenerne ben nove oltre alla Direzione regionale.
Non ci sarà solo uno spostamento del baricentro economico verso la costa, ma un danno per tutti gli operatori economici costretti anche per un timbro a dirigersi nella città di Pescara oltre al danno dei lavoratori dell’agenzia costretti ad altre strategie di vita e a ricollocamenti su altri territori regionali.
Verranno vanificati gli investimenti pubblici e le strategie di rilancio realizzate negli ultimi anni, come l’apertura dell’agenzia in piazza Santa Giusta, i concorsi mirati proprio in favore della sede aquilana che avevano introdotto figure professionali di chimici e biologi in vista dell’apertura del laboratorio con annessa scuola di formazione: tutto andrà perso nel momento in cui la riforma sulla riorganizzazione diventerà effettiva.
Al capoluogo d’Abruzzo resterà di competenza regionale soltanto la funzione antifrode, un vero e proprio “specchietto per le allodole”.
Nonostante due ordini del giorno approvati all’unanimità dal Consiglio comunale e almeno cinque riunioni della Conferenza dei capigruppo in cui si sono ascoltate le preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati, la Giunta comunale e il Sindaco Biondi sono rimasti completamente immobili, incapaci persino di ottenere un incontro interlocutorio con il viceministro Leo.
Adesso l’avversario più grande è il tempo: bisogna rallentare la riorganizzazione, facendo approvare dal governo centrale una proroga sull’applicazione così come fatto per i tribunali minori per poi lavorare a una opportuna modifica della riforma. Solo per dovere di cronaca è doveroso ricordare come la riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nell’Emilia Romagna, regione sperimentale nell’attuazione della norma, abbia mostrato già tutti i limiti del caso.

Il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia, che governa la Regione con Marsilio e il Comune con Biondi, sta dimostrando tutta la sua sudditanza politica e amministrativa: mentre a Pescara si costruisce centralità, a L’Aquila si smantellano funzioni vitali, condannando il territorio a un ruolo marginale e subalterno.

Di fatto, L’Aquila rischia di diventare una semplice sede periferica, svuotata di competenze e centralità, mentre il centrodestra continua a scaricare responsabilità senza assumere alcuna iniziativa concreta. È questa la difesa del capoluogo promessa dal Sindaco Biondi? È questo il rispetto dovuto a una città che dovrebbe essere il cuore istituzionale dell’Abruzzo?

Paolo Romano – L’Aquila Nuova
Lorenzo Rotellini – AVS
Stefano Albano, Stefania Pezzopane, Stefano Palumbo – PD
Simona Giannangeli – L’Aquila coraggiosa
Alessandro Tomassoni – Gruppo Misto

Comunicato stampa

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