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G7 a Pescara, D’Amico: “Abruzzesi presi in giro”

Il candidato presidente del Patto per l'Abruzzo: "Le abruzzesi e gli abruzzesi non devono essere presi in giro in questo modo, devono essere messe e messi nelle condizioni di essere protagonisti dello sviluppo. Il G7: a che serve e cosa produce se le infrastrutture rimangono vecchie, l'isolamento si aggrava, le opportunità di questa fase di investimenti pubblici vengono costantemente perso?”.

Con tutto il rispetto per l’importanza e le modalità di svolgimento del G7, che i vertici del governo e della Regione presentino come un evento epocale , un’occasione di rilancio, che un suo pezzettino, una riunione, si svolgerà a Pescara, è sconfortante. Dà il segno della considerazione nutrita verso il nostro Abruzzo da chi svolge incarichi di governo a livello nazionale e regionale: le abruzzesi e gli abruzzesi non devono essere presi in giro in questo modo, devono essere messe e messi nelle condizioni di essere protagonisti dello sviluppo”: lo dichiara Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo.

D’Amico prosegue: “Il rispetto e la considerazione si presenta tenendo conto delle nostre esigenze, assicurando le necessarie condizioni di competitività per un territorio sempre più ai margini. Altro che una delle riunioni del G7: non basta certo a compensare i molteplici fondi sottratti alle infrastrutture (dall’Alta velocità adriatica alla ferrovia Roma – Pescara), i cantieri infiniti sull’autostrada A14, un aeroporto che perde terreno rispetto a un concorrente teoricamente meno attrezzati.

“Solo per citare alcune domande su cui, riteniamo, l’interlocuzione tra governo regionale e nazionale dovrebbe produrre ben altri frutti. Le nostre priorità sono queste, sono gli interessi dell’Abruzzo ben diversi dall’ottenimento di una riunione del G7: a che serve, cosa produce se le infrastrutture rimangono vecchie, l’isolamento si aggrava, le opportunità di questa fase di investimenti pubblici vengono costantemente perso? In un quadro per di più aggravato dall’eventuale approvazione di una riforma sulla cosiddetta autonomia differenziata che significherebbe un peggioramento dei servizi come la sanità e l’istruzione nel Mezzogiorno, Abruzzo compreso, la prima già interessata dai tagli, la seconda dal dimensionamento scolastico, che va ad impattare specialmente sugli istituti delle zone interne e montane, una larga parte del territorio della nostra regione”.

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