“Le città sono i luoghi dove si sperimentano le risposte alle nuove domande che arrivano dai cittadini. Nove anni fa Bari non era affatto una città turistica ed il suo Lungomare non era per nulla utilizzato come un posto dove svolgere attività fisica. Oggi la situazione è del tutto cambiata e l’amministrazione comunale deve assicurare servizi a migliaia di turisti che arrivano da noi, così come deve investire nelle strutture sportive utili per rispondere alla richiesta di benessere fisico delle nostre comunità. I sindaci possono e devono fare molto anche nel contrasto alla desertificazione commerciale: il nostro ruolo deve essere quello di tenere insieme le esigenze di tutti i settori della vita cittadina”.
Lo ha evidenziato il presidente dell’Anci Antonio Decaro intervenendo al confronto tra le delegazioni dell’Anci, con i rappresentanti di alcune Città metropolitane, e di Confcommercio, svoltosi a Roma, presso la sede di Confcommercio.
“Il dato da cui dobbiamo partire arriva proprio dall’Ufficio Studi Confcommercio, che indica in circa 100.000 il numero di negozi chiusi nelle nostre città negli ultimi dieci anni. Questo dato – ha osservato Decaro – va oltre la crisi legata alla pandemia e al lockdown e certifica un vero e proprio rischio per la tenuta sociale delle città. Un esercizio di vicinato che chiude rappresenta una “ferita” nello spazio fisico della città, comportando perdita di posti di lavoro e la riduzione dei luoghi di aggregazione ma aumentando anche il senso di degrado e di insicurezza per i cittadini, lacerazioni nel tessuto identitario della città, nella sua cultura e nelle sue tradizioni”.
Il presidente Anci ha ricordato come sia ormai mutato il volto stesso delle città, con da un lato la “diminuzione della popolazione in generale e nello specifico dei residenti urbani e dall’altro con l’aumento dei cosiddetti ‘city users’ ai quali siamo chiamati ad offrire nuovi servizi”. Pur in questo quadro delicato, Decaro si è detto convinto che ci siano occasioni “per sviluppare con Confcommercio importanti sinergie disegnando un nuovo futuro per le nostre aree urbane, partendo dal protocollo siglato nei mesi scorsi”.
E la chiave di volta deve essere la “rigenerazione urbana che – ha sottolineato – ci permetterà non soltanto di mantenere le attività commerciali che rischiano di chiudere, ma anche di aprirne altri rigenerando e rendendo più vivibili interi quartieri delle nostre città”.
Da questo punto di vista Decaro ha richiamato la grandissima chance che passa dall’attuazione del Pnrr da parte dei Comuni. “Dei 235 miliardi che compongono il Piano, circa 11 vedono quali soggetti attuatori le Città Metropolitane e i loro Comuni capoluogo. Non è un caso che una quota rilevante delle risorse è destinata a progetti di rigenerazione urbana cn i progetti inseriti nei Piani Urbani Integrati o nel Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare” ha concluso Decaro.