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Triathlon, aquilano primo ex aequo al Waterfire Extreme Etna

Sulla mezza distanza Lattanzi è pari merito con atleta ceco

Si sono incontrati in acqua, nel buio prima dell’alba.
Uno vive all’Aquila ed è abituato a correre sulle cime abruzzesi; l’altro è originario della Repubblica Ceca e poco avvezzo alle quote di montagna.
Da lì è iniziata una gara corsa fianco a fianco, fino al traguardo condiviso.
Emanuele Lattanzi, tesserato per il Briganti d’Abruzzo, ha chiuso al primo posto ex aequo con il ceco Martin Opolecky la mezza distanza del Waterfire Extreme Etna, la prova che porta gli atleti dal mare di Giardini Naxos alle pendici del vulcano.
Due chilometri e mezzo di nuoto, 75 di bici con 2.200 metri di dislivello positivo e 23 chilometri di corsa anziché 20, “perché me so’ perso” racconta ridendo Lattanzi, ancora con la voce roca dopo oltre sette ore di gara.
“È stato tutto surreale – spiega -. Nuotare nella notte, pedalare a poche centinaia di metri dalla lava, correre in un paesaggio che cambia colore a ogni curva. In quota Martin mi ha detto: ‘Mi fa male la quota’. Gli ho risposto: ‘A me no, mi alleno sul Gran Sasso’. Da lì abbiamo capito che saremmo arrivati insieme. Non serviva un vincitore”.
Il Waterfire Extreme Etna, unico triathlon al mondo disputato su un vulcano attivo, nella versione sulla lunga distanza raggiunge i quasi 3.000 metri dell’Osservatorio Etneo, con un dislivello complessivo di 6.900 metri tra mare e montagna. Gli atleti gareggiano assistiti da un team di supporto obbligatorio, in condizioni estreme e con continui sbalzi di temperatura.
Per Lattanzi è stata l’ultima gara della stagione. “Forse – dice – ma certe esperienze non finiscono mai davvero”.

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