Funestato, in particolare, dalle preoccupazioni per la drastica riduzione del raccolto della vendemmia 2023 con la produzione più bassa degli ultimi vent’anni anni, si chiude un anno non semplice per Cantina Frentana, ma comunque ricco di soddisfazioni e progetti. Fra questi l’ottenimento della certificazione di sostenibilità Equalitas che investe tutti i livelli della filiera del vino dell’azienda cooperativa di Rocca San Giovanni (CH), a partire dalle dinamiche produttive che interessano tutti gli attori (in primis i soci agricoltori), per arrivare al prodotto e all’attenzione per il territorio. Inoltre Frentana si è dotata di un Codice Etico che impegna l’azienda a perseguire principi quali il rispetto per la persona, la trasparenza, l’identità delle produzioni, il legame con il territorio di appartenenza.
“Da sessantacinque anni, Cantina Frentana coltiva il valore della cooperazione su più larga scala e guarda alle persone e al territorio come risorsa imprescindibile – ha spiegato il presidente di Frentana Carlo Romanelli – Anche per questo negli ultimi anni abbiamo avviato questo percorso per la certificazione di sostenibilità, che nel marchio riassume un progetto integrato che si basa su tre pilastri, quello sociale, quello ambientale e quello economico, ben coscienti che lo standard raggiunto va mantenuto ed accresciuto. Sostenibilità per noi è un valore che si applica ogni giorno e che nel nostro caso, di cantina cooperativa, coinvolge centinaia e centinaia di attori della filiera: dagli oltre 500 soci, al personale, dai clienti e fornitori al territorio”. Sul tema, va ricordato Frentana è stata in passato la prima cantina cooperativa in Abruzzo a dotarsi dei certificati verdi per l’approvvigionamento di energia pulita, tanto che gli stabilimenti produttivi di Rocca San Giovanni e Fossacesia utilizzano al 100% energia prodotta da fonti rinnovabili.
Ospitato nella sala esperienziale della Torre Vinaria, venerdì 15 dicembre, il tradizionale incontro di fine anno con la stampa di Cantina Frentana, voluto per tracciare un bilancio degli ultimi dodici mesi di attività dell’azienda di Rocca San Giovanni, è anche un’occasione per riflettere sui processi che condizionano mercati e produzione, in un momento storico difficile che fa registrare la produzione di vino mondiale più bassa degli ultimi nove anni. “Dal fatturato alla penetrazione sui mercati, il bilancio aziendale 2022/2023 della nostra grande famiglia cooperativa ha fatto registrare incrementi su tutti i fronti, nonostante le preoccupazioni per la riduzione del raccolto 2023 – ha spiegato il direttore di Frentana Felice Di Biase – che abbiamo cercato di fronteggiare sin da subito, per esempio, con l’ottimizzazione dei costi di trasferimento e produzione dunque attraverso l’utilizzo, per la vendemmia da poco conclusa, di un unico stabilimento produttivo. Entrando nel merito del bilancio 2022/2023, si segnala – ha detto ancora il direttore Di Biase – l’aumento di un +8% dei ricavi dell’imbottigliato cresciuto rispetto al bilancio precedente e passato da € 4.033.354 ad € 4.344.995 con un incremento di + € 803.816. La liquidazione totale della vendemmia 2022 ammonta ad € 8.347.113, la seconda cifra in assoluto più alta elargita dalla Cantina Frentana negli ultimi venti anni, con una diminuzione del 15% che passa da € 43,57 ad € 37,16 a quintale. I conferimenti nel 2022 rispetto al 2021 sono pressoché stabili, con un lieve incremento del + 1% consolidandosi oltre i 224.000 quintali di uve conferite. Sempre sul tema dei numeri, sono stati imbottigliati, nel bilancio 2022/2023, circa 15.971 ettolitri di vino a marchio: pari a 1.001.973 bottiglie e 149.723 bag in box. Per il 2024 le previsioni economiche del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea – ha proseguito ancora Di Biase – indicano un rallentamento, secondo il Centro Studi di Confindustria, il PIL in Italia nel 2024 dovrebbe crescere solo dello 0,5% contro le stime di marzo 2023 che lo davano a +1,2%. Considerando l’eurozona, l’inflazione complessiva dovrebbe passare dall’8,4% del 2022 al 5,5% del 2023, riportando un – 0,3% rispetto alle stime di giugno, al 3% del 2024 (- 0,2%). Si tratta di stime che devono farci riflettere. Nel mondo vitivinicolo assistiamo da un lato a concentrazioni in atto da parte di gruppi industriali sempre più grandi che, spesso, agiscono sotto la regia di fondi di investimento; e, dall’altro ad una polverizzazione della base produttiva cooperativistica. Questi nuovi gruppi industriali hanno in sé capacità di acquisto tali da poter condizionare il futuro mercato del vino abruzzese e, se, non diamo risposte unitarie e forti, rischiamo nel tempo di non poter più competere. Un tempo considerate centri di grandi produzioni in termini di soli numeri per vini di basso prezzo e qualità, oggi – ha detto ancora Di Biase – sono tante le cooperative del vino diventate capaci di esprimere prodotti di buona qualità da consumo quotidiano ma anche assolute eccellenze. Ecco allora che fra le strategie da mettere in campo c’è da perseguire un’azione unitaria e coordinata sul fronte della sostenibilità e del lavoro di squadra per far conoscere vini e territorio e guardando ai mercati esteri”. Sono trascorsi 62 anni dall’inaugurazione della cantina (fondata nel 1958, ma pienamente operativa nel 1961) e Frentana, che continua a coltivare un legame forte con il territorio, si è affermata come realtà solida e moderna, apprezzata nei mercati nazionali e internazionali con vini a cui sono riconosciuti qualità e giusto prezzo.
Con il presidente Carlo Romanelli, il direttore Felice Di Biase e il direttore tecnico Gianni Pasquale, che ha tracciato un bilancio dell’ultima vendemmia; hanno preso parte alla conferenza stampa il consulente e agronomo Maurizio Gily e Fabio Piccoli, giornalista esperto di economia e marketing del settore vitivinicolo e direttore del magazine Wine Meridian. Nel corso dell’incontro sono state ricordate le iniziative locali e nazionali che hanno visto da un lato la partecipazione attiva dell’azienda cooperativa alle più importanti fiere di settore e dall’altro che hanno coinvolto i circa 500 soci conferitori nel progetto, giunto alla settima edizione “Le stelle della cooperazione”, incontri dedicati alla formazione interna grazie al coinvolgimento di grandi protagonisti del mondo enologico italiana. Presentato anche il bilancio sociale e il nuovo numero del magazine “La Torre Frentana”, curato da Silvino D’Ercole e Maurizio Gily. Il periodico, nato sulla scorta della vecchia rivista “La Cantina Sociale Frentana” pubblicata nel 1961 con l’obiettivo di fornire ai soci informazioni e notizie utili sulla vita dell’azienda, contiene anche riflessioni ad ampio raggio, a partire dalle straordinarie peculiarità del territorio in cui Frentana opera con le enormi potenzialità della Via Verde della Costa dei Trabocchi.
Fra i progetti messi in campo, Frentana Bike, la proposta di turismo lento su due ruote fatto di racconti, monumenti da visitare, borghi da scoprire, vigneti da attraversare, bontà enogastronomiche da gustare, sport da praticare, che anche nel 2023 ha fatto registrare un grande successo partecipazione.
Notevole lo studio, messo in campo grazie alla collaborazione con ricercatori ed esponenti dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, “La Torre Vinaria dalle origini ai giorni nostri” sulla storia del manufatto che ha dato importante impulso alla crescita della viticultura italiana, posto a 25 metri di altezza. Realizzata nel 1958 ed esempio di innovazione industriale, la Torre Vinaria nell’ultimo decennio ha conosciuto una nuova vita, grazie a consistenti interventi di ammodernamento realizzati nel 2014, che l’hanno resa anche centro di iniziative promozionali e culturali e luogo di riferimento del territorio. Notevolmente diffusa in Italia e all’estero negli anni ’50 e ’60, unico caso in Abruzzo, questa particolare costruzione enologica si è contraddistinta per lo sviluppo verticale, il diverso uso degli spazi, l’introduzione di nuove macchine per la lavorazione delle uve, il forte impatto architettonico. La Torre Vinaria di Cantina Frentana fu concepita e brevettata da Emilio Sernagiotto, fondatore dell’omonima azienda, figura di spicco nel mondo enologico italiano, presidente dell’Associazione Enotecnici Italiani, vicepresidente dell’Union Internationale des Oenologues, direttore del periodico “L’Enotecnico”. Lo stesso Sernagiotto, negli anni Sessanta, intraprese un rapporto amichevole e fecondo con Francesco D’Agostino, fondatore e primo presidente della Cantina Frentana, nonché sindaco all’epoca di Rocca San Giovanni.