Nel suo comunicato a nome dell’Amministrazione Comunale il Sindaco Zauri afferma che “Il consigliere ha sempre parlato di un ricorso al TAR, mentre oggi l’udienza si tiene invece davanti al Tribunale Superiore delle Acque”, in verità l’obiezione andrebbe mossa alla Regione che si è difesa chiedendo lo spostamento del processo innanzi al TAR, eccependo che non vi sarebbe competenza del Tribunale Superiore delle Acque.
“Noi dopo aver approfondito la specificità della situazione con gli avvocati che assistono le associazioni ed il comitato, abbiamo avanzato le nostre doglianze al Giudice speciale che abbiamo reputato essere chiamato dalla Costituzione della Repubblica a risolvere le controversie inerenti un bene pubblico quale è l’acqua. Approfondimento che invece pare non abbia fatto il Comune, che non ha mai capito (e non ha saputo o voluto correggersi neppure strada facendo), l’impossibilità della scelta di un ricorso “ad adiuvandum”.
Non serve essere esperti per capire che un ricorso “ad aiutare” non è presentabile da quel soggetto che potrebbe/dovrebbe presentare il ricorso principale in proprio, contro un provvedimento che ritiene lesivo di interessi che avrebbe dovuto proteggere.
Per questo non è stato presentato, perché il Comune ha fatto scadere i termini per proporre un ricorso in via principale, sempre ammesso che ci sia stata veramente intenzione dell’ente di ricorrere. Agli atti non è dato saperlo.
La stessa richiesta al giudice del Tribunale Superiore delle Acque della nomina di un Consulente d’ufficio (CTU) per verificare il monitoraggio delle acque non ha alcun senso tecnico. Ma attendiamo che sia il Giudice a spiegare ai nostri amministratori questo pacchiano errore.
Se avessero voluto nominare un Consulente avrebbero dovuto impugnare quel provvedimento di autorizzazione, laddove davvero si fossero opposti al procedimento condotto dalla Regione Abruzzo negli anni scorsi.
Infine, ignora forse il Sindaco che un Comitato di cittadini nasce formalmente cosi come noi lo abbiamo fatto nascere, e purtroppo lo abbiamo dovuto far nascere, proprio perché il Comune non stava palesemente difendendo gli interessi della nostra comunità.
Sono le pro loco o le associazioni che devono seguire un procedimento formale di riconoscimento per esistere giuridicamente e poter operare. Per altro, le associazioni che hanno assunto l’onere del nostro ricorso, e dico nostro perché anche noi ne stiamo sostenendo i costi, sono formalmente riconosciute, non so se al contrario, invece, la nostra
pro loco PESCINESE esista veramente, visto che non risulta negli elenchi appositi che la Regione Abruzzo gestisce per le stesse, benché continui a compiere delle attività giuridiche, anche in collaborazione con il nostro Comune. Al suo posto mi preoccuperei piuttosto di questo. Quanto, infine, alla lunghezza dei ricorsi ha ragione nel dire che 11 pagine non
sono poche. Soprattutto quando non si deve contestare nulla di decisivo. E, a ben leggerle quelle memorie comunali, le contestazioni sono condensate al massimo in 5 pagine, il resto è solo la ricostruzione storica della vicenda.
Ricostruzione che a noi è ben chiara, e che siamo convinti tra non molto sarà chiarissima anche ai cittadini della di Pescina e della Valle del Giovenco. Il tempo del nascondino politico è finito.
L’ente pubblico non li ha difesi, le associazioni che meritoriamente hanno siglato il nostro ricorso si sono messe a disposizione perché hanno abbracciato la nostra battaglia ed hanno voluto dare forza rappresentativa alle nostre giuste ragioni.
Speriamo vivamente che basti, perché laddove il Tribunale dovesse ritenerle non rappresentative del nostro territorio, beh a quel punto sarà evidente il danno che la scelta del Comune (ente che per legge deve rappresentare tutti i cittadini di un territorio “comunale”) di non proporre ricorso principale avrà prodotto.
Noi confidiamo che la “frittata” non sia stata fatta, ma, ove fosse, denunceremo con chiarezza, al cospetto dei cittadini, le responsabilità politiche della nostra Amministrazione Comunale.
A proposito di bugie stiamo ancora aspettando il progetto modificato (senza prelievo a monte) di cui il Sindaco parlava nell’assemblea pubblica del 2021 davanti ai nostri cittadini.
Aspetta e spera……
Se veramente volete bene a Pescina CARI AMMINISTRATORI DI MAGGIORANZA, e non ad altri, PRESENTIAMO INSIEME alla Regione una richiesta di REVOCA IN AUTOTUTELA.” Così il consigliere di minoranza del comune di Pescina Alfonso Scamolla.
Comunicato stampa








































