COMUNICATO STAMPA
Gli ingredienti sono: una storia insolita e originale, un protagonista che ha scalato, grazie al suo estro e al talento, qualche vetta e un’idea di bellezza affatto scontata, ma permeata e riempita dai sentimenti del coraggio, della diversità, del dolore, del destino e della consapevolezza. “Bellezza imperfetta – fra vacche e stelle” è il titolo della prima opera teatrale scritta e interpretata da Diego Dalla Palma, noto truccatore, imprenditore, scrittore e personaggio televisivo, punto di riferimento mondiale per lo stile.
Dopo le anteprime avvenute al Teatro Olimpico di Vicenza con il tutto esaurito, lo spettacolo, prodotto da Teatro Olimpico di Vicenza, Enfiteatro e Ghione produzioni, è stato protagonista al Teatro Parioli di Roma l’11 e il 12 novembre scorsi. Questa sera, invece, debutterà al Teatro dei Marsi di Avezzano. Lo spettacolo inizierà alle ore 21.
Diego Dalla Palma racconta un po’ se stesso e un po’ il suo mondo caleidoscopico, ripercorrendo la storia imperfetta della sua vita, in un viaggio suggestivo arricchito da immagini, pensieri, musiche e ricordi.
In scena, brillerà, per la sua autentica vivacità, quella che lui definisce “la bellezza scomoda”. Assieme a lui, sul palcoscenico, si esibirà l’attrice Vera Dragone, che lo affiancherà nella narrazione. Le musiche, inedite, sono di Cesare Picco e saranno eseguite dal vivo dalla violoncellista Emilia Slugocka. Le luci e gli effetti visivi, invece, sono frutto dell’arte di Francesco Lo Pergolo. Dalla Palma sceglierà di soffermarsi, nel racconto di se stesso, soprattutto sulla figura della madre, Agnese, una donna “con lo sguardo di brace che lacera la notte”. È stata proprio lei a forgiare la sua personalità carismatica. La narrazione è composta da sei stazioni: per ciascuna di esse, l’artista dell’immagine ha chiesto un contributo a Pietrangelo Buttafuoco, Aldo Cazzullo, Paolo Crepet, Antonio D’Orrico, Massimo Gramellini, Stefano Zecchi che hanno scritto appositamente per lui degli aforismi per dare una visione maschile a un tema che si valuta sempre, erroneamente, solo al femminile.