Tecniche all’avanguardia, accessi diretti alle cure e nuovi servizi per patologie cardiache: sono i temi principali della terza edizione del convegno dal titolo: ‘Il cuore della Marsica’, promosso dal reparto di cardiologia dell’ospedale di Avezzano, in programma il 21 e 22 novembre. I lavori, organizzati dal prof. Francesco Vetta, direttore del reparto cardiologia del presidio marsicano, si terranno ad Avezzano al centro formazione Noesis, a partire dalle ore 14.30 di venerdì 21 novembre. Sul tappeto, in particolare, le strategie e i modelli organizzativi necessari per contrastare il forte aumento di malattie cardiovascolari, in particolare nella Marsica.
Nel primo semestre del 2025, le prestazioni ambulatoriali della cardiologia dell’ospedale di Avezzano sono aumentate di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 6.200 a 7.100, con un incremento complessivo a fine anno stimato in circa 1.800 prestazioni. Crescono anche le attività di emodinamica (da 550 a 670 interventi) e quelle di elettrofisiologia, più che triplicate in due anni (da 100 nel 2022 a oltre 300 nel 2024). Inoltre in Abruzzo, ci sono oltre 40mila persone con Fibrillazione atriale, destinate a raddoppiare entro il 2050. Nell’incidenza di queste patologie è determinante l’invecchiamento della popolazione che richiede nuove impostazione nelle cure e assetti organizzativi adeguati. L’ospedale di Avezzano, in questo senso, negli ultimi anni ha attivato numerose procedure e cure, tra cui pacing fisiologico, resincronizzazione atriale ed elettrostimolazione del cuore per ridurre il rischio di scompenso cardiaco. A breve, inoltre, si partirà con la PFA (Pulsed Field Ablation), che rappresenta una delle frontiere più promettenti per la cura della fibrillazione atriale. E’ un trattamento che agisce modificando la permeabilità cellulare, senza danneggiare i tessuti circostanti e con tassi di successo fino al 90-95% nella riduzione delle recidive. Avezzano è inoltre centro di riferimento dell’amiloidosi cardiaca, malattia rara, sempre più riconosciuta per gli anziani.
“Vogliamo costruire una strada diretta che parte dal territorio e arriva all’ospedale, senza barriere tra chi cura e chi assiste”, afferma il prof. Vetta, “e la crescita della nostra attività è emblematica dell’integrazione tra percorsi ospedalieri e territoriali”
Comunicato stampa







































