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Dakar 2026: strategia dei fratelli Totani

A una settimana dalla partenza verso Yanbu

Manca ormai una sola settimana al momento della partenza. Martedì 30 dicembre Silvio e Tito Totani saliranno a bordo dell’aereo che li trasporterà a Yanbu, in Arabia Saudita, dove arriveranno poco prima dell’alba dell’ultimo giorno dell’anno.
Quest’ultimi dunque sono giorni frenetici, con i preparativi per la partenza – mentre dall’Arabia Saudita arrivano preoccupanti notizie di freddo record e abbondanti nevicate – e nello stesso tempo anche i festeggiamenti del Santo Natale, da affrontare con le famiglie, prima di lasciarle per una ventina di giorni.
La Dakar 2026 è ormai alle porte e i veicoli partiti da Barcellona a fine novembre stanno proprio per raggiungere il grosso porto commerciale di Yanbu.
Intorno ai due fratelli aquilani si sono stretti tantissimi amici e appassionati curiosi di seguire le loro gesta in terra araba a bordo di questo Optimus MDRallye, di fattura
francese e di nome MonnaLisa. Un due ruote motrici, un buggy aggressivo e performante: “Abbiamo scelto un 2 ruote motrici – spiega Silvio Totani, il pilota – perchévolevamo finalmente affrontare la Dakar con un mezzo ufficiale e di alto livello, ma sapevamo perfettamente che le nostre risorse economiche non ci avrebbero mai permesso di avvicinarci a un 4 ruote motrici. Questo nuovo mezzo che abbiamo ripetutamente provato in diverse occasioni ci piace moltissimo e credo che sarà una bella sfida per noi correre in Arabia Saudita con un buggy. Dobbiamo solo prenderci la mano e lo faremo intanto allo shakedown previsto per il 31 dicembre e poi nel corso delle prime due o tre tappe”. Tito Totani, il navigatore, ugualmente dovrà imparare a
mantenere il passo di una vettura più veloce e performante e i primi giorni gli serviranno per padroneggiare un cruscotto e una strumentazione di altissimo livello.
Impossibile non parlare di gomme e di forature visto che per la prima volta la Dakar ha previsto, in ben 4 tappe, dei pit stop per le assistenze, proprio per aiutare gli equipaggi in gara con le forature “Si annuncia una Dakar piena di sassi e sappiamo che si potrà bucare facilmente – ammette Tito – ma noi dovremo stare attenti, più degli altri a non
forare, dovremo guidare con moltissima attenzione per cercare di battere gli avversari proprio su questo. Meno ci fermiamo per cambiare una gomma e prima arriviamo a fine tappa. E poi – scherza – so già che mi dovrò cambiare la gomma da solo, senza l’aiuto di mio fratello, quindi meglio forare il meno possibile”.

Comunicato stampa

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