Dalle semplici visite e infiltrazioni ecoguidate fino ai trattamenti con radiofrequenze in sala operatoria: in un solo anno, all’ospedale di Avezzano, l’attività di terapia del dolore è stata strutturata nel suo ciclo completo. Il presidio marsicano è diventato punto di riferimento per altre province abruzzesi e zone limitrofe del Lazio, generando mobilità attiva nell’ordine di oltre il 30%.
“E’ stato un percorso virtuoso”, dichiara il direttore del reparto di anestesia e rianimazione, Pierfrancesco Fusco, “avviato, potenziato e portato a compimento per la ferma volontà del Manager della Asl Ferdinando Romano”
Punto di forza dell’intera attività è il trattamento ecoguidato con radiofrequenze che consente di intervenire sullo stimolo doloroso quando le terapie farmacologiche tradizionali si rivelano inefficaci perché il paziente non risponde alle cure ordinarie. Lo specialista, tramite una sonda ecografica, posiziona con molta precisione un sottile ago sul nervo e, attraverso energia generata da radiofrequenze, indirizza del calore su un punto preciso, riducendo o eliminando del tutto la trasmissione del dolore.
Un anno fa all’ospedale di Avezzano il servizio mosse i primi passi con visite di terapia del dolore e infiltrazioni ecoguidate; nei mesi successivi venne gradualmente potenziato fino all’attivazione delle radiofrequenze in regime ambulatoriale.
Il processo di strutturazione di questo tipo di prestazione fu completato nel febbraio scorso quando le procedure di radiofrequenza ecoguidate furono attivate anche in sala operatoria.
In un anno, mettendo insieme visite, infiltrazioni e trattamenti con radiofrequenze sono state effettuate 590 prestazioni. In questo volume di attività i trattamenti con radiofrequenze sono stati 52 ma si conta di incrementarli con l’aumento delle ‘finestre’ di prenotazione mensili del Cup.
Il trattamento si applica a un’ampia gamma di patologie: lombari (ernia del disco), colonna vertebrale, cervicale, dorsale, nevralgie, sciatalgie, articolazione dell’anca, ginocchio.
Attualmente, per sottoporsi alla nuova metodica, ad Avezzano arrivano pazienti, oltreché dalla Marsica, da province della costa abruzzese e dall’area di Rieti.
“Si tratta”, dichiara Fusco, “di utenti residenti in territori diversi che hanno trovato ad Avezzano un’opportunità che fino a pochi mesi fa non c’era e che ha contribuito a migliorare il ruolo dell’ospedale sul piano dell’offerta sanitaria”