«Un provvedimento suicida»: con queste parole il presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio “boccia” la delibera della Giunta regionale abruzzese che autorizza, da ottobre, l’uccisione (eufemisticamente definita prelievo selettivo) di quasi 500 cervi, cuccioli compresi, in due aree della provincia de L’Aquila in cui la densità di questi ungulati sarebbe rispettivamente di 2,58 e di 2,39 capi/km2, quindi di pochissimo superiore al valore soglia per autorizzare la caccia di selezione (2 capi/km2).
«L’Abruzzo – continua Di Tizio – ha sviluppato negli anni una propria formidabile immagine, fatta di amore per la natura e per gli animali. Centinaia di turisti scelgono questi luoghi proprio perché sanno che qui si può incontrare fauna selvatica e che il rapporto con l’uomo è di convivenza e non di ostilità. Una immagine positiva che la Regione rischia di cancellare per accontentare poche decine di cacciatori. Senza peraltro aiutare davvero gli agricoltori che avrebbero bisogno di ben altro. Si sta cercando assurdamente, e con un danno enorme per l’economia, di trasformare l’Abruzzo da regione dei parchi a regione parco giochi per cacciatori».
La gravità della situazione è perfettamente sintetizzata da Riccardo Milani, registra del film “Un mondo a parte”, girato proprio in Abruzzo, non lontano da quei territori in cui si vorrebbe lasciare spazio ai fucili. Un film che sta raccogliendo un grande successo e che rappresenta anche un atto d’amore per la regione, per i suoi abitanti e per la sua natura.
«La percezione netta – dice Milani – è che la questione dell’abbattimento di circa 500 cervi non riguardi solo le Associazioni ambientaliste e animaliste, ma direttamente la gente d’Abruzzo, terra con una storia centenaria di tutela ambientale e faunistica. E che rischi di diventare un provvedimento largamente impopolare sia nel panorama abruzzese che su quello nazionale, creando un grave danno d’immagine, e quindi economico, proprio per la Regione Abruzzo. La sensazione è che qui non ci sia un manipolo di intellettuali, spesso estranei al territorio, che si mobilita ideologicamente per una vaga causa ambientale. E che non sia una questione di schieramenti politici, di destra o sinistra. Qui c’è la gente d’Abruzzo che si mobilita in difesa del suo territorio che si identifica, ormai anche a livello internazionale, con la fauna protetta, da decenni vero motivo di potente attrazione turistica. E lungi chiunque dall’essere contro gli interessi degli agricoltori che pagherebbero il prezzo più alto per i danni causati dai cervi. Duilio, il ragazzo del mio film “Un mondo a parte”, vuole fare l’agricoltore e vuole restare nella sua terra. Ed è il mestiere che Duilio fa realmente nella vita in un’area, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise, piena di fauna selvatica, cervi compresi. Duilio ha necessità che le sue coltivazioni siano protette adeguatamente con investimenti importanti su dissuasori, recinzioni elettrificate e quant’altro e che i risarcimenti per i danni causati dalla fauna selvatica siano congrui, adeguati e immediati. Duilio è una delle speranze vere di questo territorio. Il presente e il possibile futuro di queste aree interne d’Abruzzo. Dove di fatto già convivono potenti motori economici come l’allevamento, l’agricoltura e il turismo naturalistico. Ma non si può non evidenziare che l’abbattimento di 470 cervi non sarà certo la soluzione dei problemi di Duilio e dell’agricoltura abruzzese. Spero vivamente che il Presidente della Regione Abruzzo, l’On. Marco Marsilio, possa riconsiderare tutta la questione dell’abbattimento di animali diventati ormai simbolo, in Italia e nel Mondo, di questa meravigliosa Regione. Una grande ricchezza etica ed economica. A cui non rinunciare più» conclude Milani.
Un appello accorato e condiviso da migliaia di persone: la petizione on line lanciata pochi giorni fa dal WWF Abruzzo con numerose altre associazioni (h è già vicina alle 70mila firme.